Un'inaspettata fusione tra musica e cucina, un connubio per certi versi già conosciuto ma che in questa veste ha acquisito tratti inediti, suscitando l'interesse di curiosi e appassionati della buona cucina che frequentano un ristorante nel cuore di Nuoro.

Ritmi, colori, suoni e sapori si miscelano tra loro per creare un prodotto unico, rigorosamente a vista, nel quale si assapora la musica e si ascolta il cibo. Una vera e propria esperienza culinaria e sensoriale che travalica il gusto e coinvolge olfatto, udito, vista e tatto.

GLI ARTEFICI - Paolo Succu, strumentista, e Fabio Manca sono ideatori e interpreti di Eatbeat.

"Il progetto - racconta Succu - nasce dal profondo amore per il cibo e la musica: due arti così diverse ma intimamente connesse tra loro, che oltrepassando i confini della razionalità riescono a compenetrarsi e dar vita a un percorso esperienziale che si consuma tra mixer e fornelli. Ed è così, allora, che la preparazione delle ricette diventa un vero e proprio rituale con lame che battono sui taglieri a suon di musica, portaspezie che diventano shaker e battitori percossi con un ritmare avvolgente e quasi contagioso. «Le creazioni sono sempre inedite - continua Paolo - e hanno origine dalla nostra creatività; la performance si consuma dal vivo, su una consolle attrezzata con gli strumenti da cucina, che sono usati per la preparazione dei piatti e per la produzione dei suoni campionati in tempo reale da un DJ. Tutto finisce quando il piatto è pronto per essere gustato dagli spettatori".

LO STRUMENTISTA - Paolo Succu inizia il suo percorso musicale a soli 12 anni, frequentando le lezioni di percussioni del Maestro Giampaolo Conchedda.

Prosegue gli studi al "Saint Louis Music College" di Roma, con il Maestro Vincenzo Restuccia e privatamente con il Maestro Derek Wilson.

Nell'ambiente capitolino partecipa a importanti master class con musicisti di livello internazionale. Non pago della mondanità romana, tuttavia, decide di tornare in Sardegna.

"La vita nuorese - afferma ironicamente il percussionista - non è certo quella dinamica e ricca di stimoli della capitale, ma il fervore culturale che si respira in quella che era, e che per me rimane, l'Atene della Sardegna, ha fatto sì che gli impulsi creativi non si spegnessero. Rientrato in Sardegna - aggiunge - diedi vita con altri amici al progetto di musica brasiliana 'Parallelo 22p' e poi a quello dell'elettro-funk con i 'Tempi di Cris'. Sempre a Nuoro impartisco lezioni private di batteria e così conosco l'altro interprete di Eatbeat".

LO CHEF - Fabio Manca ha un percorso analogo a quello di Paolo. A 14 anni inizia a lavorare da lavapiatti in un piccolo ristorante di Nuoro, ma il suo sguardo è sempre rivolto verso i fornelli: Riesce subito a inserirsi in cucina e, in breve tempo, a innamorarsene totalmente. A

16 anni frequenta la scuola alberghiera, dove conosce Battistino Menneas, il suo maestro di cucina, che lo forma sino a diventare cuoco capo partita nel ristorante dove tutt'oggi lavora.

"Questo lavoro - dice Fabio Manca - ha ritmi e tempi complessi, la crescita professionale passa anzitutto attraverso il sacrificio ma i risultati possono essere molto gratificanti, come nel caso di Eatbeat: un'esperienza gastromusicale che ognuno dovrebbe concedersi, almeno una volta nella vita".

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