In una lontanissima epoca, appena prima della guerra di Troia, le vicende di uno dei più grandi eroi di tutti i tempi sono destinate a diventare leggenda. Parliamo di Teseo, personaggio al centro dell’ultimo romanzo di Andrea Frediani: “L’eroe di Atene” (Newton Compton, 2022, pp. 384, anche e-book).

Nel libro, dal ritmo serrato e incalzante come in tutte le opere di Frediani, Teseo è un uomo che non accetta un destino ordinario. Convinto di essere il figlio del dio Poseidone e di essere destinato a grandi imprese, è cresciuto con l’ambizione di emulare Eracle, il leggendario eroe celebrato da tutti. Per questa ragione intraprende un’esistenza piena di insidie ma in grado di condurlo comunque alla gloria. Si mette prima di tutto in viaggio verso Atene, dove intende reclamare il trono che gli appartiene per stirpe. Ma la città attraversa una profonda crisi: è falcidiata dalle guerre civili, e prostrata da un re troppo debole per opporsi a Minosse, il potente sovrano di Creta, che esige tributi impossibili dall’alto del suo scranno nel magnifico palazzo di Cnosso. Toccherà a Teseo liberare la città dal giogo cretese oppure morire nel tentativo di farlo.

Le imprese di Teseo lo porteranno ad affrontare terribili mostri, attraversare luoghi pericolosi, a contatto con i centauri, le amazzoni e lo stesso Eracle, a sventare inganni e tradimenti e amare donne splendide e spietate, che faciliteranno o intralceranno il suo cammino.

Un romanzo, quindi, in cui avventure, colpi di scena e grandi personaggi non mancano e che consente a uno dei nostri maggiori autori di romanzi storici di cimentarsi con la mitologia.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Ad Andrea Frediani abbiamo allora chiesto cosa l’ha spinto a immergersi nel mondo dei miti e degli eroi greci:

“Solo dopo aver scritto il romanzo mi sono reso conto che era inevitabile che ci arrivassi. Anzi, ci ho messo pure troppo tempo. Me ne sono reso conto anche perché il racconto ispirato alla mitologia me lo sono ritrovato nel mio Dna, al punto che, per la prima volta, non ho avuto bisogno di documentarmi prima di scrivere. È venuto tutto di getto, all'indomani della decisione di scrivere il romanzo. Una decisione scaturita da una richiesta del mio editore, intendiamoci: mi ha detto che adesso il pubblico è molto ricettivo nei confronti della mitologia greca e mi ha proposto di scriverne. Abbiamo solo perso tempo sul personaggio da scegliere: a me è venuto subito in mente Teseo, che sentivo molto nelle mie corde, lui non era convinto perché lo riteneva poco conosciuto. In realtà, l'ho persuaso dimostrandogli che si tratta di un eroe al centro di tutte le principali saghe mitologiche, e impelagato in storie d'amore e di odio con le principali figure tragiche femminili del mito: Medea, Antiope, Ippolita, Arianna, Fedra e perfino Elena…”

Chi è Teseo nel suo romanzo?

“Il mio Teseo è in parte ispirato alla ricostruzione dello autore antico Plutarco nelle sue Vite Parallele: il Teseo di Plutarco è più storico che mitologico, una sorta di equivalente di Romolo, ma per Atene. Però, nella mia ricostruzione ho aggiunto la dimensione privata, che è quella di un essere umano comune, guidato dalle sue pulsioni, che sono soprattutto l'ambizione, l'invidia, l'egoismo. D'altra parte, sono proprio le caratteristiche degli dei omerici cui gli eroi dell'antica Grecia si ispiravano, no?”.

Il titolo evoca Teseo come eroe di Atene...chi è un eroe secondo lei?

“In teoria, un eroe sarebbe un uomo che dimostra coraggio e altruismo, che si sacrifica per gli altri. In pratica, nell'accezione comune è uno che compie grandi imprese, non importa per quali motivi, fossero pure meschini; anzi, i motivi spesso vengono accantonati e anzi oscurati dalla grandezza delle imprese stesse. Questo perché l'idea che abbiamo dell'eroe risale proprio all'antica Grecia, a quei personaggi che basavano il loro status sulla ricerca della gloria e della fama, non importa a quale prezzo. Lo spiega chiaramente Christopher Vogler nel suo celebre saggio “Il viaggio dell'eroe”, nel quale ci fa capire quanto ogni trama di fiction della nostra epoca sia, consapevolmente o meno, il frutto dell'influenza che i miti hanno avuto su di noi.

Oramai come scrittore spazia dalla storia antica alla contemporaneità...ma quale epoca sente più sua in questo momento?

“A me la storia è sempre piaciuta tutta. Ho approfondito quella romana perché me lo chiedeva il mio editore, ma sono laureato in Storia medievale e al liceo mi sono diplomato con una tesina sul Terzo Reich. Direi però che al momento è proprio la storia contemporanea ad attrarmi di più, in particolare quella della Seconda guerra mondiale. Questo anche perché l'attualità è, ultimamente, così dirompente da offrire molti richiami alle cause e agli eventi che hanno determinata il secondo conflitto mondiale. Ciononostante, mi è piaciuto molto scrivere di antica Grecia in forma semi-mitica, e non è escluso che ci torni a breve…”

A quale altra impresa letteraria si sta accingendo?

“Proprio in linea con quanti detto innanzi, sto lavorando su un romanzo, molto ampio e ambizioso, che spazia dal 1928 al 1975, passando attraverso fascismo, Seconda guerra mondiale e guerra fredda. Spero di riuscire a pubblicarlo a febbraio”.

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