“Mi è venuto istintivo pensare a Lussu”. “Mi colpisce la concretezza della sua eredità: grandi libri, il contributo agli articoli della Costituzione, solo gli esempi più evidenti. ‘Un anno sull’Altipiano’ è il libro italiano sulla prima guerra mondiale, senza la ‘Marcia su Roma e dintorni’ non si capisce la crisi che ha portato al fascismo. Ha lasciato il segno con le sue idee: la cultura come bene comune e la politica intesa come servizio”. Agostino Bistarelli, che ha insegnato Storia contemporanea all’Università La Sapienza di Roma, referente della ricerca per la Giunta centrale per gli studi storici, in cui coordina la Bibliografia Storica Nazionale, ha dato alle stampe “Emilio Lussu, la storia di una vita” pubblicato da “L'Asino d'Oro” (pag. 220, 18 euro) che sarà presentato il prossimo 2 settembre a Cagliari.

“Mi è venuto istintivo pensare a Lussu: lo avevo incontrato nelle mie ricerche sul reducismo e sull’esilio. Descrivere la sua vita è come costruire una biografia dell’Italia, riflettere sui nodi più importanti del nostro passato, comprendere le condizioni del presente”. Bistarelli riassume così il senso dell'esperienza umana e intellettuale del leader politico nato ad Armungia: “Gli atti eroici e quelli quotidiani, la sua riflessione teorica e la scrittura, la vita con Joyce sono segnati da una coerenza di fondo che emerge immediatamente. Un'esistenza in cui i momenti difficili sono vissuti come stimoli a ripartire. Potrebbe sembrare un personaggio di avventura, invece è umanissimo. La dimensione politica non è astratta, è molto concreta: analizzare le cose intorno a noi e provare a cambiarle. Si può fare”. Molto vicino a Carlo Rosselli, con il quale ha costruito la casa di “Giustizia e Libertà”, Emilio Lussu indica la strada di un socialismo “autonomista, federalista, libertario, molto diverso da quello di inizio Novecento che si era dimostrato inefficace contro il fascismo".

Emilio Lussu (foto Rais)
Emilio Lussu (foto Rais)
Emilio Lussu (foto Rais)

Vita tra fronti e frontiere

Il libro di Agostino Bistarelli è un utile contributo. Lussu è una creatura viva.  Dalla Sardegna agli scenari internazionali, senza mai dimenticare le radici. Dalla lotta antifascista, tra fronti e frontiere al contributo per creare in Italia le basi di una solida democrazia e nell'Isola una forma di autonomia in linea con le aspirazioni collettive. “Penso che il confino abbia significato molto per il suo cammino. Il confronto con Carlo Rosselli e con la comunità degli antifascisti, di generazioni differenti e di diverse estrazioni sociali, rende più ampi gli orizzonti del suo pensiero. Con la fuga da Lipari, tentata più volte e infine realizzata, dimostra che è possibile agire e colpire duramente il fascismo. Poi l’incontro con Joyce, un magnifico sodalizio, sentimentale, politico, culturale”.

La memoria

 Alessandro Galante Garrone, dopo la morte di Lussu, scrisse: “Muore un uomo di cui l’Italia oggi avrebbe disperatamente bisogno. Agostino Bistarelli chiarisce che di lui restano ‘il senso di responsabilità, l’integrità e la coerenza degli atteggiamenti’. Bisogna tenere vivo il suo ricordo: ‘Nel centenario della Marcia su Roma sarebbe da irresponsabili non parlarne e non vedere nella crisi attuale l’emergere di elementi profondi della nostra storia: il ritorno di una visione personale del potere, del trasformismo, dell’ipocrisia politica. Non si intravede un disegno coerente di trasformazione. Tutto il contrario dei valori che Emilio Lussu ha incarnato. Da ministro diceva che era pronto a montare a cavallo per andare in via Nazionale a rapinare la Banca d’Italia, se poteva servire, ma che non avrebbe mai firmato un provvedimento per favorire il suo partito’.

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