Duemila testate americane si uniscono contro lo strapotere di Google e Facebook: obiettivo l’ottenimento di una legge antitrust per proteggere i giornali dai colossi del web, che utilizzano gratuitamente i contenuti giornalistici prodotti da altri, intascandosi poi quasi tutti i profitti della pubblicità.

Ribattezzata "News Media Alliance", una sorta di "Santa Alleanza" dell’editoria a stelle e strisce, l’iniziativa raccoglie prestigiose testate come New York Times, Wall Street Journal e centinaia di altri quotidiani: la tesi dell'associazione è che le leggi attuali, impedendo ai media di unirsi per contrattare e negoziare insieme, da una posizione più forte, accordi pubblicitari migliori con le piattaforme internet, penalizzano i giornali favorendo invece i due colossi che continuano a controllare il mercato della pubblicità digitale e l'economia dell'informazione, arricchendosi con contenuti prodotti alle spese di chi, invece, li ha creati ma rischia di chiudere.

Il paradosso è evidente: nel mondo non c’è mai stata così tanta domanda di informazione come oggi. Eppure i giornali sono in crisi. Le cause? La crisi economica del 2008, che ha fatto precipitare la pubblicità sulla carta, e la rivoluzione digitale, che ha indirizzato altrove le risorse. E l’”altrove” sembrano essere proprio i giganti online e i social, che non producono alcun contenuto giornalistico, ma sfruttano quello degli altri per guadagnare.

"Google e Facebook ottengono oltre il 70% dei 73 miliardi di dollari spesi ogni anno nella pubblicità on line – spiega il presidente dell’associazione Chavern - con quasi l'80% di tutto il traffico che passa attraverso loro. Ma i due colossi web non impiegano reporter, non controllano migliaia di documenti pubblici per scoprire casi di corruzione, non inviano corrispondenti al fronte".

Secondo Chavern, Google e Facebook si limitano "ad aspettare i frutti del nostro lavoro per spremere l'industria dei media, che fanno per loro il lavoro costoso".

L’associazione in particolare ha avanzato, a nome delle 2mila testate rappresentate, quattro richieste precise: prima di tutto la condivisione dei ricavi dalla pubblicità con Google e Facebook, un maggiore sostegno per favorire gli abbonamenti ai giornali, una condivisione con i giornali dei dati raccolti dai due colossi sugli utenti che leggono i loro articoli e una maggiore visibilità ai marchi dei singoli giornali sulle piattaforme dei due colossi hi-tech.

Si tratta della prima operazione concreta dell’industria dei media contro i due colossi del web: e la battaglia è appena iniziata.

(Redazione Online / v.l.)
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