Il presepe di fra Lorenzo rivive a Sardara con l'arte del nipote
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La magia del presepe di fra Lorenzo rinnova il miracolo di Natale attraverso l'amore per le statuine che il frate cappuccino di Sardara ha trasmesso al nipote: Francesco Sedda, 35 anni e una laurea in Filosofia della persona. Nella grande sala del Cottolengo, il giovane artista è già all'opera per realizzare la grotta di Betlemme, animata dai personaggi in terracotta con occhi di vetro, mani e piedi in legno. Non solo pastori, ma anche la figura di fra Lorenzo, in primo piano fra i protagonisti delle parabole di Gesù.
FRA LORENZO - "Ero ancora un bambino - racconta Francesco - quando lo zio Lorenzo mi coinvolgeva nella costruzione del piccolo presepe in casa. Ogni statuina aveva un nome, così come un ruscello, una piantina, le casette e le stradine. Diceva che a Natale possono mancare tante cose, ma non Betlemme, anche solo la grotta con Gesù Bambino, San Giuseppe e la Madonna". Un appuntamento immancabile, di anno in anno, diventata la tradizione di casa. "Quando lo zio non veniva a trovarci, il presepe era lì, come se lo stessimo aspettando per avere il suo consenso". Dall'ambiente familiare alla chiesa il passo è stato breve. "Il primo l'ho realizzato nella parrocchia di Sant'Antonio. D'allora le esperienze sono davvero tante, sino all'impegno di farne un'arte e trasmetterla agli altri".
LA ROCCA DI BETLEMME - "Il sogno di fare qualcosa di diverso, in nome di quanto ho appreso da mio zio, è nato nel 2012. Un po' anche per finanziare le iniziative dell'associazione Amici di fra Lorenzo, nata a scopo umanitario. Per imparare l'arte presepistica ho frequentato diversi corsi, sono stato anche dai grandi maestri di Napoli. Lo scorso anno, poi, in collaborazione col parroco di Sardara, Stefano Mallocci, è nato il progetto Rocca di Betlemme. Un gruppo di volontari insieme per un presepe particolare: storico, artistico, educativo, religioso".
IL PROGETTO - "Un'opera che ripercorre le parabole dei vangeli, con personaggi sul cammino dell'uomo, in costante ricerca di bellezza, di significato e pace. Un presepe itinerante, col paesaggio scolpito su blocchi di polistirolo, accogliente e armonico, con la possibilità di scomporsi in 36 moduli visitabili a tutto tondo". Alla ricetta definitiva Francesco Sedda sta ancora lavorando. Sarà pronto tra due anni. Procede senza intoppi, grazie alla collaborazione del "Gruppo presepe" dell'Assunta. "Non c'è premura - conclude l'artista - il messaggio che conta non è la parte tecnica, ma quella spirituale, come avrebbe voluto fra Lorenzo".