Giampaolo Cassitta, La legge di donna Matilde, Arkadia (pp. 212, euro 15,20)
Nell’opera l’autore descrive una comunità che ha tanta voglia di mettersi alle spalle l'epoca buia della prima parte del secoloPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Quando donna Matilde chiede, il mondo risponde. Almeno quello di Roccabuiedda, dove la pasticciera appassionata di canzoni, vive e detta il ritmo della quotidianità. Che non è poi così scontato, visto che è il 1958 e tutto sta cambiando.
La disperazione della guerra sembra aver lasciato spazio all'ottimismo della ripresa; le tradizioni di un tempo sono messe in discussione da novità rivoluzionarie: le macchine, la corrente elettrica, la politica, che sta ancora prendendo forma, inaugurano un nuovo stile di vita, che i più curiosi osservano con speranza, gli altri con un certo scetticismo. Donna Matilde, spavalda e intraprendente, è figlia dei suoi tempi: lavora con cura e serietà, è capace e determinata, non teme la modernità ma non se ne fa condizionare.
Quando capita l'occasione di distinguersi, ne approfitta, ancora di più se può realizzare uno dei suoi sogni più cari: partecipare al festival di Sanremo.
Giampaolo Cassitta, nato a Oristano nel 1959, e autore di numerosi romanzi, torna in libreria con “La legge di donna Matilde”, pubblicato da Arkadia (pp. 212, euro 15,20), in cui descrive una comunità che ha tanta voglia di mettersi alle spalle l'epoca buia della prima parte del secolo per guardare avanti, verso un futuro se non radioso almeno ricco di opportunità. Il risultato è una fusione di ironia, comicità e realismo che permette di prendere le distanze dai personaggi pittoreschi, spesso buffi nelle loro fissazioni e convinzioni, senza però sentirsi troppo lontani da un mondo che è l'antenato di quello attuale. Tra pettegolezzi, ripicche e progetti di rinvincita, più o meno concretizzati, si svolge una vicenda che dura poco più di un mese. Giorno dopo giorno, la scena si delinea e assume i contorni di uno spaccato spassoso per toni e temi. Donna Matilde, alle prese con un fastidioso raffreddore, manda il marito a comprare le medicine. Nonostante anche lui abbia il suo ruolo nella società, visto che è vicesindaco, non è mai abbastanza per la moglie: non è abbastanza efficiente, organizzato, sicuro.
Il ruolo di “vice” sembra essere la sua prigione, almeno fino a quando non viene premiato dal sindaco con un'opportunità insperata: presenziare, insieme alla consorte, al festival di Sanremo, con la finalità di promuovere le ricchezze del territorio di Roccabuiedda. Matilde non sta nella pelle, quel marito inutile si è trasformato in un eroe. Ma mentre sta dando sfogo a tutta la sua creatività per creare nuovi dolci da presentare alla kermesse musicale, ecco l'imprevisto: Libero Comissu, segretario cittadino del partito comunista, non ci sta.
Il viaggio premio dei coniugi è a spese dei contribuenti: inammissibile. Come se non bastasse, sdegno ancora maggiore arriva da Salvisto Belrossu, segretario della Cgil. Basterebbe la scelta dei nomi per dimostrare la cura per la caratterizzazione dei personaggi, ma nelle pagine c'è molto altro: battute, lessico, ritmo per una narrazione che tocca le corde del divertimento ma anche della riflessione. In un'Italia che cerca di ripartire, la guerra tra poveri spesso diventa comica. Gli amori clandestini, le piccole o grandi rivalità, le ambizioni e anche i desideri di chi custodice nel suo cuore la voglia di rivalsa si alternano a momenti epocali.
La regina Elisabetta fa in televisione gli auguri di Natale ai suoi sudditi, la legge Merlin cerca di regolamentare le case di tolleranza, i lavori pubblici migliorano le condizioni dei territori a patto però che non intralcino le attività dei privati. È una realtà che vuole crescere ma sta cercando il modo giusto per farlo. A costo anche di intraprendere battaglie che feriscono gli amici. Ma se ogni tanto qualcuno riesce a realizzare i suoi sogni, al sorriso si aggiunge qualche lacrima di commozione. Sempre che il partito non si opponga. Sempre che il coraggio non vacilli. Sempre che il cuore non desideri altro.