“Ovunque proteggi”. Suonano Vinicio Capossela, la sua band, e Gabriele Chiesa, cagliaritano di 12 anni con un amore sconfinato per la chitarra. Benedizione artistica, forse: Gianluca Floris, tenore, scomparso a 58 anni nel 2022. Il caso, o chi per lui, ci ha messo del suo.   E sul palco del Rocce Rosse Blues, a Lanusei, è successo qualcosa che ha a che fare con la magia della musica.

Per gradire, vanno messi in fila gli ingredienti dello spettacolo andato in scena ieri. Dal primo anniversario della morte, gli amici di Gianluca Floris organizzano una serata di musica in sua memoria. Il nome dell’evento è “Ovunque proteggi”, dal titolo della canzone di Capossela del 2006. A esibirsi c’è sempre anche Gabriele (figlio di un amico del tenore). Lui ieri non sarebbe dovuto essere a Lanusei. Ma un amico del padre ha avuto un impedimento e ha deciso di regalare i biglietti. Così ecco che il giovanissimo chitarrista è approdato in Ogliastra.

Non si separa mai dal suo strumento. E nel pomeriggio stava strimpellando nella hall dell’albergo. Lo stesso nel quale soggiornava Capossela: il musicista è stato attirato dalle note della sua canzone. Si è avvicinato. I due hanno iniziato a chiacchierare. Il discorso, come era inevitabile, è arrivato al racconto della commemorazione di Floris, sul motivo della scelta del nome dell’evento. Poi l’intuizione: Capossela ha invitato Gabriele ad assistere al sound check prima del concerto. Mica poco, per un ragazzino appassionato di musica. Ma c’è stato di più. 

Il cantautore dopo un po’ se l’è portato sul palco e gli ha consegnato una chitarra. Gabriele l’ha imbracciata. Uno, due, tre pezzi, compreso un arpeggio di “While my guitar gentle weeps”. Nota su nota, scale, armonie sempre più complesse. Tanto che il piccolo cagliaritano si è trovato “circondato” dai membri della band che si scambiavano sguardi e cenni di soddisfatta approvazione. Capossela ha assistito affascinato: ascoltava mentre si accarezzava la barba. Ha applaudito. Si è messo al piano. Ha chiesto a Gabriele di accompagnarlo con la chitarra. Brano: “Ovunque proteggi”. L’esecuzione è perfettamente riuscita. Così ecco la proposta: «La suoniamo insieme durante il concerto, stasera». Cioè poche ore dopo. Vissute con trepidazione da un dodicenne che non se l’aspettava, con soddisfazione per il pubblico che si è goduto la prima parte dell’esibizione. Fino a quando il cantautore star della serata ha chiamato Gabriele Chiesa, per l’ultimo brano: “Ovunque proteggi”, appunto. Quello che è successo da quel momento in poi è nel video. Un piccola magia. Guidata, forse, dal sorriso –  di sicuro beffardo –  di Gianluca Floris.     

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