Dopo il grande successo di ieri a Sassari, Anna Foglietta e Paola Minaccioni, le due celebri attrici protagoniste de "L'Attesa" di Remo Binosi, dirette da Michela Cescon in una produzione del Teatro di Dioniso e del Teatro Stabile del Veneto arrivano sul palco del teatro Massimo di Cagliari e resteranno in scena da stasera fino al 10 aprile (repliche tutti i giorni alle 20.30, mentre domenica l'appuntamento sarà per la pomeridiana delle 19).

La pièce, in prima regionale, è uno dei pezzo forti del cartellone della Stagione della Grande Prosa organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna, presieduto da Antonio Cabiddu, con la direzione artistica di Valeria Ciabattoni.

Già vincitrice del Biglietto d'oro Agis come migliore novità italiana nel 1994 nella fortunata mise en scène firmata da Cristina Pezzoli, con Maddalena Crippa e Elisabetta Pozzi che si alternavano nei ruoli delle protagoniste, "L'Attesa" racconta la strana condizione di "clausura" imposta a due donne, l'aristocratica Cornelia e la popolana Rosa, entrambe vittime del fascino di un pericoloso seduttore come Giacomo Casanova, per tutta la durata della gravidanza, onde nascondere il loro scandaloso stato agli occhi del mondo.

Nasce tra le due creature, diverse per educazione e temperamento, ma accomunate dall'imminente maternità e dall'obbligo della segretezza, a dispetto della differenza di classe e del rapporto di potere tra padrona e serva, una sorta di momentanea solidarietà, quasi una sorellanza, che non elimina le barriere ma a tratti insegna a superarle, di fronte al dolore del parto ma anche all'analogia paradossale della loro condizione, che imprime il marchio infamante del peccato spingendole a rinnegare un atto d'amore e di libertà.

Sull'intero genere femminile grava la condanna morale della società e il giudizio dei custodi della (altrui) virtù, portare in seno il frutto della "colpa" ovvero di una relazione illegittima è il segno disonorevole della lussuria, perfino nel "secolo dei lumi" e nella Venezia del celebre avventuriero e poeta, filosofo libertino e spia, il cui destino si intreccia a quello delle due eroine di una storia apparentemente surreale ma di sorprendente modernità, per le questioni trattate oltre che per la struttura drammaturgica, che insinua il tema inquietante del "doppio" nel dilemma tra eros e thanatos.

"L'Attesa", in un raffinato e evocativo allestimento con scenografia di Dario Gessati e costumi di Giovanna Buzzi, disegno luci di Pasquale Mari, suono di Piergiorgio De Luca e assistente alla regia Elvira Berarducci, mette a confronto due emblematiche figure che incarnano la ricchezza e il privilegio e privazione e la sottomissione, ma la diversità di ambiente e di censo non impedisce che nei corpi di entrambe si verifichino le stesse metamorfosi, dettate dalla natura, così come impulsi non dissimili, sulla spinta del desiderio e del piacere, le abbiano indotte a correre il gravissimo rischio di mettere a repentaglio la loro stessa esistenza per godere di un amplesso, concedersi un istante d'estasi.

L.P.

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