Spuligadentes, il ciondolo sardo che in pochi conoscono
Alla scoperta dell’antico monile che aveva anche funzioni pratiche di “toeletta” nonché il potere di tenere lontano il malocchioPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Le leggende e tradizioni di Sardegna passano per l’artigianato. E nell’artigianato isolano a farla da padroni ci sono anche gli splendidi manufatti dei maestri orafi, in grado di creare monili non solamente preziosi, ma anche carichi di significati.
Tra questi è da annoverare lo “Spuligadentes”, un gioiello della tradizione isolana spesso dimenticato.
Spuligadentes, il gioiello sardo dimenticato – Nei secoli passati lo Spuligadentes era uno dei “tesori” dei corredi delle donne sarde, ma spesso veniva portato al collo anche dagli uomini. A introdurne la tradizione nell’Isola sembra siano stati gli spagnoli. Realizzato in metallo, a volte in argento, era costituito da un corpo centrale a cui erano appese o da cui fuoriuscivano due o anche tre estremità, simili a “chiavi”, che potevano essere appuntite oppure arrotondate. Vi erano quelli semplici, ma anche quelli più elaborati, che potevano raffigurare un cuore, un sole oppure la croce di Cristo.
Tutti i curiosi utilizzi del ciondolo sardo – Oltre a quella puramente ornamentale, una funzione dello Spuligadentes – come dice il nome – era legata alla pulizia dei denti: le estremità appuntite venivano infatti utilizzate proprio a mo’ di stuzzicadente. Le estremità più arrotondate, invece, servivano per la pulizia delle orecchie (una sorta di cotton fioc ante litteram).
Ma lo Spuligadentes non era solamente utile per la “toeletta”: era infatti considerato anche un amuleto in grado di portare prosperità e salute e di tenere lontani gli effetti negativi del malocchio.
(Unioneonline)