Un dio guerriero e cacciatore, maestro di giavellotto, eponimo del popolo sardo. Stiamo parlando del Sardus Pater – detto anche Babai – che secondo lo storico latino Sallustio (I secolo dopo Cristo) era figlio del dio libico Makeris e che in tempi remoti sarebbe partito dal Nordafrica alla volta dell’Isola per colonizzarla. 

Altri autori antichi che citano Sardus (o Sardos) sono Pausania, Tolomeo e Silio Italico. 

Il mito del Sardus Pater è una delle storie più suggestive del patrimonio delle leggende e delle tradizioni della Sardegna. Ed evoca anche un luogo preciso: il tempio di Antas, oggi nel territorio di Fluminimaggiore.

Il tempio di Antas – «Il monumento attuale – si legge sul sito Sardegna Turismo – è quello romano, scoperto dal generale La Marmora nel 1836 e restaurato nel 1967. Costruito in varie fasi con pietra calcarea locale, restano in piedi una gradinata d’accesso e un podio ornato da eleganti colonne perfettamente allineate. Nell’Antichità era già famoso, citato dal geografo egiziano Tolomeo (II secolo d.C.)».

La mitica “Metalla” – Il sito, spiega ancora Sardegna Turismo, «era sacro già in età nuragica (IX secolo a.C.), alla fine dell’età del Ferro si stanziarono i cartaginesi, poi (a metà III a.C.) giunsero i romani. La zona era una grande attrazione per gli abbondanti giacimenti di piombo e ferro, tanto che la valle di Antas è stata individuata come possibile sede di Metalla, città mineraria romana, mai rintracciata e divenuta mito».

Il dio guerriero – Ancora: «L’area archeologica è la sovrapposizione di insediamento nuragico e due santuari, dedicati prima al dio punico, guerriero e cacciatore, Sid Addir e successivamente al corrispettivo sardo Sardus Pater Babai». Davanti alle gradinate del tempio romano ci sono i resti di quello punico. «Il primo sacello – viene spiegato - fu su un affioramento di roccia calcarea ritenuta sacra: le tracce di bruciato documentano i sacrifici alla divinità. Il santuario fu completato nel V secolo a.C.. e ristrutturato a fine IV a.C. Intorno all’altare sono stati ritrovati numerosi ex voto».

Il bronzetto – Nei pressi del tempio sono visibili le vestigia di tombe a pozzetto, che appartenevano a una necropoli risalente a inizio età del Ferro. In una di esse è stato rinvenuto un bronzetto – uno dei più famosi bronzetti dell’archeologia sarda – che impugna una lancia. Si tratterebbe proprio di una raffigurazione del mitico Sardus Pater.

(Unioneonline)

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