Check-up al tennis sardo giovanile con uno specialista, il maestro Pino Melis, cagliaritano, 70 anni, di cui almeno venti trascorsi a capo del settore tecnico della Federtennis regionale. "Mancano le punte di diamante in un movimento in cui abbiamo giocatori di buon livello a livello under 12, 14 e 16, anche se la differenza rispetto ai coetanei del resto d'Italia a mio avviso, considerando il passato più o meno recente, purtroppo si è accentuata".

Maurizio Spiga (Archivio L'Unione Sarda)
Maurizio Spiga (Archivio L'Unione Sarda)
Maurizio Spiga (Archivio L'Unione Sarda)

Piccolo riassunto delle puntate precedenti: la Sardegna ha avuto giovani di altissimo livello in campo nazionale e internazionale fin dai tempi di Maurizio Spiga, vincitore nel 1970 del titolo italiano under 13, la Coppa Porro Lambertenghi. Poi ci sono stati Fabrizio Murgia, scudetto under 16 nel 1976, addirittura finalista nel torneo più importante a livello europeo, il Bonfiglio al Tc Milano Bonacossa (battè Yannick Noah in semifinale e perse in finale contro il futuro numero uno al mondo, Ivan Lendl). Poi altri recenti più recenti progetti di campione sono stati Anna Floris, ai vertici da under 12, addirittura un incubo ai suoi tempi per la coetanea Flavia Pennetta, poi vincitrice di uno slam, quindi Stefano Mocci, campione d'Italia under 14 negli anni 90, molto superiore a quei tempi rispetto a giocatori poi diventati nazionali come Potito Starace. E convocazioni ai raduni nazionali vantano anche l'oristanese Alessandro Montisci e il cagliaritano Daniele Piludu. "Attualmente - interviene Pino Melis - abbiamo un giocatore, Lorenzo Carboni, under 16, che studia tennis di altissimo livello alla corte del coach internazionale Riccardo Piatti. E' lui la speranza non solo del tennis sardo. Per il resto abbiamo una buona base ma di livello normale. Nei recenti confronti a livello nazionale la Sardegna ha presentato oggettivamente una squadra inferiore alle altre, non tanto tecnicamente ma piuttosto fisicamente. Il solito problema".

Pino Melis, dall'alto della sua esperienza, ripete un concetto importante: "Il tennis ormai è presente in un terzo dei centri della Sardegna, anche i più piccoli, con un circolo e una scuola per bambini. Il problema è che spesso arrivano al nostro sport i bambini meno dotati dal punto di vista fisico, che di solito preferiscono il calcio, il basket o il volley. Così noi maestri ci troviamo costretti a insegnare ai bambini prima a camminare e a correre correttamente, poi la tecnica del tennis".

Pino Melis (L'Unione Sarda - Carta)
Pino Melis (L'Unione Sarda - Carta)
Pino Melis (L'Unione Sarda - Carta)

Il tennis poi adesso ha una concorrenza molto vicina, il padel: "Sì - annuisce Pino Melis - ma soltanto per gli adulti: i bambini preferiscono ancora il tennis. Anche se in prospettiva futura il padel è destinato a crescere molto come è accaduto in Argentina, in Spagna e in Italia a Roma perché è facile e immediato rispetto al tennis, molto più tecnico e quindi difficile da apprendere".

Ma probabilmente la differenza più importante tra un giovane sardo e un coetaneo della penisola è l'esperienza a certi livelli. "Un ragazzino laziale, lombardo o toscano, ha la possibilità di giocare circa 70 match di un certo livello all'anno - prosegue Pino Melis - i giovani sardi una decina, e spesso tra di loro. I nuovi tabelloni a selezione scalare, poi, stilati in base alle classifiche, spesso fanno sì che i più bravi comincino a giocare dalle semifinali: forse sarebbe opportuno adottare una diversa formula. Se i tabelloni normali in vigore sino a dieci anni fa spesso davanti vita a incontri troppo squilibrati tra le teste di serie e i ragazzini appena usciti dalle scuole tennis, forse adesso occorrerebbe puntare sulla formula dei gironi all'italiana al termine dei quali semifinali e finali. Più partite, più esperienza uguale maggiore crescita agonistica".

L'altro aspetto che Pino Melis sottolinea è quello legato ai tanti impegni scolastici ex extrascolastici dei giocatori under non solo in Sardegna:" Tra corsi di inglese, di teatro, di catechismo, spesso i ragazzini vengono al circolo soltanto per due ore di lezioni alla settimana. Negli anni 70 e 80 i club erano invasi da ragazzini che stavano tutto il giorno sui campi: fu la fortuna di un movimento che ottenne importanti risultati a livello nazionale".

Pino Melis non riesce comunque a smettere di essere ottimista: "Occorre lavoro, lavoro, lavoro e fiducia. I maestri di tennis sono migliorati tantissimo nella didattica, nella psicologia, i risultati ottenuti negli ultimi anni da Francesca Schiavone, Flavia Pennetta, Fabio Fognini e Matteo Berrettini hanno costituito un ottimo traino per la base: il tennis è uno sport che ha un buon presente e un grande futuro anche in Sardegna".

Quali sono i migliori under sardi?

Il maestro Pino Melis deve riprendere in mano i tornei del 2019, visto che l’emergenza pandemia ha bloccato l’attività agonistica 2020. “ Tra gli under 10 anni Lorenzo Rocco, Nicolò Porcedda, Michele Fadda, Andrea Pibiri, Elisa Rosadelli, Chiara Dasara, Rosa Giorgia Rossi ed Eleonora Atzei. I più promettenti dodicenni sono Mauro Spanu, Samuele Porcu, Davide Vargiu, Riccardo Ciulli, Diego Pinna, Cristina Pili, Sara Festa, Sofia Moss e Anna Maria Valli. Tra gli under 14 i risultati migliori li hanno ottenuti Gabriele Maria Piano, Alessandro Concu, Francesco Sini, Tommaso Rinaldi, Marcella Dessolis, Beatrice Zucca, Elisa Puggioni e Francesca Mostallino. Nella categoria under 16 Nicola Porcu, Paolo Emilio Cossu Floris, Alberto Sana, Michele Fanni, Angelica Porcedda, Livia Marrosu e Angelica Porcedda”.
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