Adesso è felice. Dopo aver fatto il panettiere e il taglialegna a Bobbio, nel Piacentino, Fabio Macellari, ex terzino di Cagliari, Inter e Bologna, è tornato a casa. Perché sente la Sardegna come se fosse la sua terra, un rifugio sicuro per stare alla larga da un passato ingombrante sotto molti punti di vista. Sabato ha iniziato a lavorare in un ristorante di Quartu. Come ha spiegato nei giorni scorsi a L'Unione Sarda Roberto Costantino, titolare del locale specializzato in piatti di carne e non solo, Macellari si occuperà di pubbliche relazioni, ma anche di dare una mano nel servizio ai tavoli.

Nuova avventura I primi giorni di lavoro sono andati alla grande: "Sono entusiasta. Sì, anche di fare il cameriere", ha detto Macellari. Lo è anche del pari del Cagliari a Milano con l'Inter. Macellari è doppio ex di entrambi i club: "Ho azzeccato il pronostico, alla vigilia avevo detto che sarebbe terminata 1-1 con gol del Ninja e così è stato. Ma i nerazzurri sono forti e giocheranno fino all'ultimo per lo scudetto. Credo che comunque anche il Cagliari continuerà a fare un grande campionato".

Da quattordici anni non è più un professionista del pallone. Ed è balzato di nuovo alle cronache poco prima di Natale quando, dopo aver lavorato da panettiere e da taglialegna, per rivendere il legnatico, nel bosco di 25 ettari che circonda un casolare di famiglia, ha lanciato un appello affinché qualcuno gli offrisse un lavoro anche umile, purché a Cagliari, per stare vicino a suo figlio. Sostiene di aver "ritrovato la serenità" e, con essa, "il gusto delle cose semplici" dopo qualche inciampo, dovuto all'esuberanza giovanile. Eppure, nella carriera di calciatore, Macellari - 45 anni, trascorsi calcisticamente in crescendo con Pro Sesto, Lecce, Cagliari (121 gare e 4 gol), Inter (con cui ha esordito in Champions), Bologna, Pavia, Triestina, Lucchese e Sangiovannese prima di giocare nei Dilettanti - aveva guadagnato molti soldi.

Fabio Macellari con la maglia del Cagliari (Archivio L'Archivio Sarda)
Fabio Macellari con la maglia del Cagliari (Archivio L'Archivio Sarda)
Fabio Macellari con la maglia del Cagliari (Archivio L'Archivio Sarda)

Il passato è passato. La bella vita, con auto di lusso, vestiti di marca e locali alla moda, sono solo un ricordo? "Hanno facilitato la dispersione di un patrimonio. Quando vivi di calcio a certi livelli ti abitui a un tenore di vita molto alto. Aggiungi i problemi che ho avuto e superato e la frittata è servita", ha dichiarato di recente. "No, quella vita non mi manca. Evidentemente dovevo sbatterci la testa fino in fondo. Adesso riesco ad apprezzare le cose semplici e a godere dell'amicizia, quella vera. Eliminato il superfluo, riesco a vivere con più serenità. E poi ho la fortuna di avere una famiglia alle spalle".

In ristorante Servire bistecche ai tavoli del locale nel centro di Quartu che l'ha assunto segna l'avvio di una nuova fase della sua esistenza. Le luci della ribalta sono lontane ma lui va fiero anche del suo presente. "È un locale tranquillo, l'ambiente è ottimo e spero di trovarmi bene con la nuova squadra". Anche perché il progetto dell'azienda di Costantino prevede, per l'estate, l'apertura di un locale nel litorale: "E io vorrei lavorare anche lì".

Il pallone Macellari non ha chiuso con il calcio. Non vuole farlo: "Se ci fosse una squadra di Cagliari o di un paese del Cagliaritano che avesse necessità di un allenatore, sono qui. Ma, nel caso, valuterei eventuali proposte per la prossima stagione sportiva. Ora sono concentrato sul nuovo lavoro, un'avventura che mi intriga". L'ex difensore rossoblù - artefice della promozione in Serie A del 1997/1998 e della successiva salvezza nella massima serie ai tempi in cui l'allenatore era Gian Piero Ventura, prima di rientrare qualche stagione dopo in Serie B, lasciando però il club a campionato in corso - una svolta terminata l'avventura tra i professionisti ha scelto di scendere tra i Dilettanti, indossando anche le maglie del Villasimius e del Tortolì. In tempi recenti ha allenato il Seulo. "Potrei considerare una soluzione simile a quella che ho già vissuto proprio a Seulo", chiude, "ma per adesso non mi pongo il problema". Ha da lavorare, vuole stare vicino al figlio e dare una mano alla ex moglie. Ha preso casa a Flumini e ora si sente di nuovo a casa. Come quando percorreva la fascia sinistra e, dopo interminabili sgroppate, metteva la palla al centro per la testa di Roberto Muzzi. Ma questa è storia. Un'altra storia.
© Riproduzione riservata