Il PalaSerradimigni continua ad accumulare ritardi. Il 25 giugno l'impresa Serv.Co.Ge. ha ricevuto le chiavi dell'impianto dall'amministrazione comunale di Sassari. Avrebbe dovuto iniziare i lavori entro 15 giorni per ampliare l'impianto e portarlo dagli attuali 4.500 posti a 6.500. Due settimane sono passate ma il cantiere non è stato ancora aperto. E se si pensa che in un primo tempo i lavori erano stati annunciati per la seconda settimana di giugno, qualche preoccupazione è legittima. I soldi ci sono: 10 milioni in totale, 4 milioni e 300mila dei fondi europei Jessica e 6 milioni della Regione Sardegna, che consentono non solo di ampliare il palazzetto di piazzale Segni, ma anche di rifare gli impianti elettrici e idrici, e riammodernare una struttura realizzata a metà degli anni '80.

A ritardare l'apertura del cantiere potrebbe essere il problema della sicurezza. La Dinamo conta di potersi allenare e soprattutto giocare le partite appena inizierà il campionato di serie A, previsto per il 27 settembre. Il fatto è che a cantiere aperto bisogna garantire l'utilizzo alla squadra sassarese rispettando il Piano di sicurezza.

Si tratta non solo di individuare l'ingresso, ma anche le aree utilizzabili e soprattutto fare in modo che non ci sia alcun pericolo per le persone che non fanno parte dell'impresa. E questo lo decide il responsabile della sicurezza nel cantiere. Poi un conto è preparare un protocollo di utilizzo per una ventina di persone (quelle per l'allenamento), ben più complesso è prevedere l'ingresso del pubblico. Anche qualora si cominci con limitazioni per gli spettatori, si parlerebbe di almeno 1.500, forse 2.000 tifosi, senza dimenticare la squadra avversaria, i dirigenti, gli arbitri e i refertisti.

La settimana prossima è decisiva: se partono i lavori, vuol dire che è stata trovata una soluzione, altrimenti c'è davvero da temere, non solo per il rispetto del cronoprogramma, perché il ritardo accumulato sarà difficile da recuperare.
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