Una Final 8 indigesta al podio della serie A: la capolista Virtus Bologna è stata eliminata da Venezia, Sassari ha perso contro Brindisi (86-91) e Brescia è capitolata per mano della Fortitudo Bologna.

La coincidenza clamorosa è che tutte e tre le partite si sono risolte in volata. E questo dice molto su quanto sia equilibrato il campionato italiano e quanto sia particolare la Coppa Italia che propone gare ad eliminazione secca.

L'uscita dal torneo di Pesaro rappresenta il primo vero stop per la squadra di Pozzecco che finora aveva superato brillantemente tutti gli esami: ha conquistato la Supercoppa Italiana, il secondo posto in serie A, gli ottavi della Champions e la partecipazione alla Coppa Italia.

A parte la iella sulla tripla di Martin nel finale (palla che ha preso il ferro, si è impennata ed è entrata) va riconosciuto che è stata più brava Brindisi a giocare sui ritmi voluti, rispetto al Banco di Sardegna che ha dovuto inseguire. L'Happy Casa ha giocato al 100% delle proprie possibilità, Sassari no: la prestazione è stata buona ma non buonissima come nei mesi precedenti. Colpa anche del molle approccio in difesa del primo quarto: 26 punti incassati senza spendere un fallo che hanno dato sicurezza e slancio a un'ottima squadra come Brindisi.

L'impressione è pure che tatticamente la formazione di Pozzecco possa crescere, cercando magari qualche variazione in difesa e in attacco al gioco praticato finora, redditizio e spettacolare, e per questo studiatissimo dalle avversarie. Se può starci una giornata nera del tiratore Vitali (0/6 da fuori) e una non brillantissima di Evans e Bilan, costretti a faticare contro avversari agguerriti e ai limiti del fallo, preoccupa il mancato inserimento del centro Dwight Coleby. Tolta la buonissima prestazione contro l'Unet Holon in Champions (10 punti e 8 rimbalzi) il bahamense nelle altre cinque partite non è mai andato oltre i 2 punti, con media di 4 rimbalzi. Troppo poco, persino confrontato col Jamel McLean del periodo di magra quando pensava a trovare collocazione altrove.

Coleby non ha la tecnica di McLean e va servito in movimento, sia col pick and roll, sia in altri modi, ma finora appare avulso da un gioco che invece si basa su altre soluzioni con lunghi e ali. Urge lavorare per sfruttare meglio le caratteristiche del lungo bahamense, sperando che possa migliorare nelle letture d'attacco e di difesa. Altrimenti può essere un handicap per il campionato, dove Sassari ruota solo otto giocatori, con cinque stranieri, a differenza della Champions dove può giocare contemporaneamente l'ala Sorokas.
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