Catalano, ospite del salotto di Arbore in "Quelli della notte", avrebbe detto: meglio vincere non giocando bene e soffrendo, che perdere.

E la squadra di Pozzecco ha saputo vincere finora due volte al supplementare (in Supercoppa contro Cremona e Venezia) e due volte all'ultima azione, in campionato contro Trento e in Champions.

Ecco perché la pur risicata e tribolata vittoria sul Lietkableis per 79-78 è comunque preziosa per il Banco di Sardegna. Si trattava di riprendersi dopo la prima sconfitta stagionale, quella casalinga contro Trieste, che un segno lo ha lasciato, come si è capito dall'andamento non brillante della squadra sassarese, che per un tempo ha replicato le disastrose percentuali da tre punti: 2/14.

Occorreva poi partire col piede giusto in una coppa europea come la Champions che è a livello superiore rispetto alla Europe Cup Fiba. E non è stata semplice neppur per il favorito del girone Manresa che tra le mura amiche ha battuto i polacchi del Polski Torun solo 85-81 grazie al 4/4 dalla lunetta dell'ex Treviso Ryan Toolson.

Invece la prossima avversaria della Dinamo, il Turk Telekom Ankara, ha espugnato il campo israeliano dell'Unet Holon per 82-79. Certo, la vittoria non nasconde i problemi di un gruppo che ha ancora scompensi in attacco, dove la buona volontà di passarsi di più la palla rispetto alla gara contro Trieste non è stata però sempre efficace nell'aiutare le guardie a prendersi i tiri preferiti (ci voleva anche più movimento senza palla) e nel coinvolgere i lunghi (pochi palloni nel secondo tempo per Bilan e McLean) che a loro volta hanno avuto vistosi cali di aggressività.

D'altro canto nell'ultimo quarto il Banco ha vinto perché ha finalmente giocato meglio in attacco come collettivo, perché hanno segnato tutti o quasi. Insomma, la Dinamo è ancora un cantiere aperto, ma nel frattempo vince e questo consente di lavorare sulle diverse lacune senza pressione e malumori.
© Riproduzione riservata