La riflessione sull'ala canadese va fatta, perché sono state già giocate sei gare di campionato e sette di Europe Cup.

Il rendimento di Dyshawn Pierre continua a restare modesto. Più in linea con gli ultimi due mesi della stagione passata che con l'ottimo girone d'andata dell'anno scorso: appena 1.3 punti di media e neppure un rimbalzo in campionato dove ha un utilizzo di 11 minuti; 6 punti e 3 rimbalzi in 17.5 minuti.

Attenzione però: nelle uniche due gare di spessore della Europe Cup, ovvero quelle contro il Szolnoki, Pierre è rimasto all'asciutto all'andata (9' in campo) mentre ieri praticamente con lo stesso minutaggio ha segnato un solo punto.

Lo stesso coach Esposito sembra non avere più voglia di aspettarlo: in una gara come quella d'Ungheria dove Petteway sparacchiava senza costrutto e Thomas dopo un discreto inizio è sparito, ha fatto giocare appena 8 minuti l'ala canadese. Che è poi lo stesso minutaggio riservatogli contro Cremona e Venezia, altre due sconfitte.

E non è neppure un discorso di ruolo, dato che ha giocato sia come ala piccola (molto), sia come ala pivot (di meno). Sembra chiaro che Pierre fatica ad adeguarsi alle rotazioni vorticose del tecnico, che riguardano quasi tutti i giocatori. Il fatto è poi che se l'alapivot Thomas fatica come da qualche settimana, risalta ancora di più l'apporto modesto del canadese.

Il calendario del campionato però diventa in salita dopo la gara casalinga di domenica contro Pistoia. Ecco perché la società dovrebbe fare una riflessione sul mercato. E capire se serve più un attaccante alla Rakim Sanders o un difensore alla Quinton Hosley, giusto per dare un'idea della tipologia di giocatore con due esempi che hanno indossato la maglia sassarese.
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