Una vicenda drammatica, e che ha scosso l'opinione pubblica mondiale, la morte per annegamento di Naya Rivera, avvenuta lo scorso luglio nel lago Piru, a nord-ovest di Los Angeles, dove l'attrice di "Glee" si era avventurata in compagnia del figlio Josey, di 4 anni.

Il bambino è stato ritrovato solo e addormentato sull'imbarcazione alla deriva nel pomeriggio, mentre il corpo dell'attrice è stato recuperto solo diversi giorni dopo e la sua morte dichiarata accidentale.

Ora a riaprire il caso è l'ex marito Ryan Dorsey, secondo cui l'annegamento sarebbe stato causato da un non adeguato avvertimento dei rischi che avrebbe potuto correre nuotando in quel lago.

L'uomo, insieme agli avvocati che gestiscono il patrimonio dell'attrice, ha quindi intentato una causa per omicidio colposo nei confronti dell'autorità locale e dei gestori del lago.

Tra le motivazioni la totale mancanza nell'area di cartelli di avvertimento relativi alle forti correnti, ai forti venti e alla pericolosità del fondale.

Pare inoltre che l'imbarcazione usata dall'attrice e dal figlio non fosse dotata di alcun meccanismo di sicurezza.

(Unioneonline/v.l.)
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