«La cucina unisce. Ma è anche un modo di raccontarsi e comunicare con gli altri».

Lo ha spiegato Roberto Cabras, 49 anni, emigrato di Marrubiu, assistente capo del carcere di Bollate, nella città metropolitana di Milano. Cabras, che ha lasciato 30 anni fa il suo paese d'origine, ha promosso e seguito nell'istituto penitenziario lombardo il progetto "Cucinare al fresco". Iniziativa che gli è valsa una benemerenza del Sacro militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.

Il premio

Una medaglia di bronzo «che non mi aspettavo, ma ha premiato i tanti sforzi di tutto il personale del nostro carcere e dei detenuti. Insieme abbiamo portato avanti questo progetto, insieme ad altri, nonostante l'emergenza pandemia».

"Cucinare al fresco" ha coinvolto otto detenuti del carcere di Bollate, che ospita, in totale, 1300 persone. Un laboratorio nel quale i detenuti hanno scritto delle ricette, utilizzando ingredienti a disposizione nel carcere. «Un laboratorio, che ha entusiasmato i nostri detenuti», ha spiegato Cabras, «un progetto anche terapeutico. Cucinare fa tornare in mente ad ognuno la propria casa, aiuta a sopportare meglio la lontananza dalla propria famiglia. Nel nostro istituto ci sono anche molti stranieri. Spesso in una ricetta si racchiude una vita».

I laboratori

Nei laboratori i detenuti infatti si sono anche confrontati sulle loro esperienze di vita. «Abbiamo portato all'esterno i sapori e i profumi della cucina vissuta dietro le sbarre», ha sottolineato l'emigrato marrubiese. Esperienza conosciuta sempre più anche grazie alla pubblicazione di ricette e racconti su magazine e periodici tematici. Il prossimo Natale uscirà addirittura un libro.

Un esempio

Un progetto pilota, ora diventato un esempio per tante altre carceri italiane. Ma anche nella vita di Cabras la cucina ha un ruolo fondamentale. «Non ho mai smesso di preparare i piatti della mia terra, che mi aiutano a sentirmi vicino alla Sardegna. I miei preferiti sono maialetto, agnello e capretto arrosto», ha confessato l'assistente capo del carcere di Bollate, anche coordinatore regionale del settore, che segue le manutenzioni delle strutture carcerarie. «In piena pandemia ci siamo attivati per consentire ai detenuti di sentire i familiari con le videochiamate e abbiamo attivati laboratori per la produzione di mascherine». Il sindaco Andrea Santucciu, 42 anni, ha commentato: «Sono tante le individualità marrubiese, visti anche i tanti riconoscimenti concessi dalla nostra amministrazione negli ultimi anni. Anche Roberto Cabras, seppur emigrato, è un'altra delle nostre individualità e delle nostre eccellenze, che porta alto il nome di Marrubiu nella penisola. Tutte individualità, che fanno grande il nostro paese».

Antonio Pintori

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