Non si placano le polemiche per il "banchetto" al ristorante cui nei giorni scorsi hanno partecipato esponenti politici e anche funzionari della Regione (alcuni sanzionati dalla Finanza) a Sardara, proprio mentre la Sardegna registrava un preoccupante aumento dei contagi Covid (che poi ha portato alla zona rossa) e proprio mentre da più parti si invitava la popolazione a rispettare le restrizioni.

In queste ore fonti di Villa Devoto hanno spiegato che il governatore Christian Solinas ha espresso "sconcerto e disappunto" per la vicenda e che è altresì pronto ad adottare i provvedimenti di sua competenza.

Ma le richieste di dimissioni o di pubbliche scuse da parte di chi a quel pranzo ha partecipato è quasi unanime, a destra e a sinistra.

Già ieri il gruppo dei Progressisti in consiglio regionale aveva duramente stigmatizzato l'episodio, mentre la Lega, tramite il capogruppo Dario Giagoni, si era dissociata, assicurando che nessuno del Carroccio era presente.

Oggi è arrivata la presa di posizione del viceministro dello Sviluppo Economico, Alessandra Todde, secondo cui: "Episodi come questi sono il motivo per cui le persone perdono fiducia nelle istituzioni e si allontanano da ciò che, invece, è importante. La Politica. Con la P maiuscola".

"Le regole - aggiunge Todde - evidentemente valgono per tutti i comuni mortali ma non per chi utilizza i propri incarichi per derogare dalle stesse regole che pretende di imporre agli altri, senza, per altro, rispettarle e farle rispettare lui stesso. Troverei questo comportamento odioso in un momento 'normale', ma lo trovo ancora più avvilente in una situazione come quella che stiamo vivendo in cui gli imprenditori vedono svanire i sacrifici di anni e le persone normali sperimentano scenari di incertezza e di povertà inediti anche per chi, prima della pandemia, stava discretamente bene".

"Le vicende di questi giorni - scrive invece su Facebook Desiré Manca, altra esponente del Movimento 5 Stelle - fotografano con precisione i comportamenti di 'quelli che contano'. Assembramenti, feste e festicciole dedicate ai potenti e per i potenti, mentre il popolo sardo, costretto a subire, stringe i denti e cerca di arrivare a fine mese".

"Nelle chat - aggiunge Manca - iniziano a girare notizie, si badi bene non confermate, che vedono tra i partecipanti esponenti di diverse forze politiche di maggioranza e di minoranza. Mi domando, dovevano festeggiare qualcosa o dovevano programmare qualcosa, e magari entrambe le cose? Questo qualcosa vede i sardi vittime di accordi tra potenti? Certo è curioso - dice ancora Manca - un ritrovo a pochi giorni dalla discussione della legge 107 che fa lievitare a dismisura lo staff del presidente con ricche prebende da distribuire".

Parole di condanna anche da Fratelli d'Italia: "All'incontro svoltosi mercoledì scorso a Sardara non era presente nessun esponente di Fdi. Il movimento diffida chiunque dall'affermare il contrario", tuona la coordinatrice regionale Antonella Zedda.

"FdI ha sempre creduto all'etica dell'esempio e in un momento in cui si chiedono pesanti sacrifici ai cittadini, si limita la possibilità di lavorare a tante categorie produttive è impensabile ritenere che uomini e donne del nostro movimento si riuniscano intorno a tavoli organizzati al di fuori dalle norme".

"Siamo abituati - conclude Zedda - a mettere la faccia in ogni nostra azione e battaglia, a rivendicare con orgoglio idee e scelte, anche se portate avanti in solitudine, per le quali siamo stati sempre pronti a pagare il conto senza scappare dalla finestra".

Per il presidente di Fortza Paris Gianfranco Scalas, "chi svolge incarichi di ogni tipo nelle istituzioni ha prestato un giuramento che impone di osservare le leggi e adempiere al proprio compito con disciplina ed onore. Chi non tiene fede a un giuramento ha solo una strada: dimettersi! E le istituzioni hanno il dovere di far rispettare tale atto solenne".

L'accaduto è stato commentato anche dai sindacati. Per Michele Carrus, segretario Cgil, quanto avvenuto a Sardara è "un’offesa gravissima ai lavoratori in affanno, alle imprese in crisi e a tutti i cittadini stremati dall’emergenza sanitaria, vissuta da tanti, troppi, in prima persona, con familiari e amici che hanno perso anche la vita a causa del Covid”.

Per la Cgil non sarebbe inoltre accettabile andare avanti lasciando cadere la vicenda, "come a volte accade, nel dimenticatoio".

"Chi era presente non può ora non dimettersi. E chi ha ruolo per farlo lo eserciti anzitutto per portare chi non lo facesse spontaneamente a lasciare gli incarichi ricoperti", ha concluso Carrus.

(Unioneonline/l.f.)
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