Col partito fortemente compatto sul "no" alla riconferma di Conte, Zingaretti ha incontrato ieri Di Maio a cena. Primo faccia a faccia, dunque, fra i leader dei rispettivi movimenti in vista di un governo giallo-rosso che nascerà a breve o, forse, non nascerà mai.

Il nodo "premier" viene sciolto quasi subito: Di Maio cala il jolly della riconferma, ma Zingaretti prontamente lo scarta perché serve "un governo di Svolta, non per una questione personale, ma per rimarcare una necessaria discontinuità" con l'esecutivo giallo-verde.

Che non sia rottura, però, lo si capisce dalla nota della segreteria di Zingaretti, che conferma come Di Maio abbia posto una condizione sul nome di Giuseppe Conte ma che definisce il colloquio "cordiale", rimandando ad un altro incontro "nelle prossime ore".

Secondo alcune fonti il leader M5s avrebbe chiesto una risposta veloce sul nome di Conte, al massimo 24 ore. Secondo altre ci sarebbero spazi di mediazione ancora da approfondire.

Naturalmente motore di questa accelerazione è stato Beppe Grillo che ieri si è manifestato ruvidamente proprio all'avvio di questa complicata trattativa.

"Giuseppe Conte non si lancia in strambe affermazioni, mostra e dimostra un profondo senso di rispetto per le istituzioni, insieme ad una chiara pacatezza ricca di emozioni normali, senza disturbi della personalità. La politica è mediazione o mediocrizzazione?", ha scritto Grillo sul suo blog.

Un endorsement pesante, e che non poteva essere ignorato dal Movimento.

(Unioneonline/v.l.)
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