Un incontro "costruttivo" per gettare le basi di una nuova maggioranza.

È quello andato in scena a Roma tra gli "sherpa" del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico, a caccia di un'intesa per creare una nuova maggioranza di governo dopo la crisi innescata dalla Lega culminata con le dimissioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Prove di intesa portate avanti anche dai due leader Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti, che in serata hanno deciso di sedersi attorno al tavolo dopo i primi abboccamenti dei loro esploratori.

Sulla scia del primo round di consultazioni al Colle, terminate con la concessione, da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, di alcuni giorni alle varie forze politiche per valutare la possibilità di nuovi equilibri e scenari in alternativa al ritorno alle urne, le delegazioni dem e pentastellate si sono riunite a Roma.

Faccia a faccia i capigruppo M5S, Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli, e gli omologhi dem Andrea Marcucci e Graziano Delrio, accompagnati dal vicesegretario Andrea Orlando.

Due ore circa di negoziato, al termine delle quali entrambe le delegazioni hanno espresso sostanziale soddisfazione, confermando che sembra esserci margine per dare basi solide al negoziato.

"I punti da affrontare, almeno a livello preliminare, non presentano ostacoli insormontabili compresa la definizione dell'agenda delle riforme istituzionali", ha commentato Orlando parlando con i cronisti dopo il colloquio.

Sulla stessa lunghezza d'onda i rappresentanti pentastellati, che hanno però posto come priorità il taglio del numero dei Parlamentari.

"Noi abbiamo chiesto garanzie affinché venga calendarizzato il prima possibile, ovviamente ci aspettiamo di andare avanti con convinzione su questa proposta che per noi è fondamentale".

E i dem avrebbero aperto alla richiesta, pur con alcuni paletti. ''Noi siamo sempre stati e rimaniamo a favore del taglio dei parlamentari"; spiegano i dem. Aggiungendo: "Siamo disponibili a votare la legge ma riteniamo che vada accompagnato da garanzie costituzionali e da regole sul funzionamento parlamentare. È questo il senso del calendario che siamo disponibili a costruire insieme e in tempi rapidi''.

Dal canto proprio, il Pd avrebbe chiesto "garanzie" sul fatto che il Movimento 5 Stelle non apra nuovamente spiragli di trattativa con gli ex alleati del Carroccio, che, tramite Matteo Salvini, ha ribadito che "le vie della Lega sono infinite" e che i margini per ricucire il dialogo non si sono esauriti. Il tutto, dicono i rumors, mettendo sul piatto l'ipotesi di un governo guidato da Luigi Di Maio.

Nelle trattative con il Partito democratico, invece, i pentastellati avrebbero avanzato l'ipotesi di un nuovo incarico a Giuseppe Conte, cui Beppe Grillo, alla luce della sua esperienza a Palazzo Chigi, ha dato il benvenuto, sulle pagine del suo blog, nel gruppo di quelli che ha definito "Gli Elevati".

Ma il Partito Democratico storce il naso, preferendo un esecutivo all'insegna della "discontinuità". Non solo nei nomi dei ministri, ma anche e soprattutto in quello del presidente del Consiglio.

(Unioneonline/l.f.)
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