Secondo giorno di consultazioni al Colle, quello più atteso.

Dopo gli incontri interlocutori di ieri (Mattarella ha sentito l'ex inquilino del Colle Giorgio Napolitano e visto i presidenti di Camera e Senato, i rappresentanti del gruppo delle Autonomie, del Misto e di Liberi e Uguali), oggi è sfilata di big al Quirinale.

Primi ad arrivare al colle Pd, Forza Italia e Fratelli d'Italia

PD - La delegazione del Pd ha ribadito al Capo dello Stato quanto detto ieri in direzione da Nicola Zingaretti. "Abbiamo manifestato al Presidente della Repubblica la disponibilità a verificare la formazione di una diversa maggioranza e l'avvio di una fase politica nuovo e un governo nel segno della discontinuità politica e programmatica", ha detto il segretario a margine del colloquio.

"Non un governo a ogni costo - ha precisato - solo se è solido e con un'ampia maggioranza". In caso contrario, "lo sbocco naturale è il voto". Poi ha ripetuto i cinque punti già delineati ieri in direzione: "Europeismo, appartenenza leale alla Ue; pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa e della centralità del Parlamento; cambio nella gestione dei flussi migratori, con pieno protagonismo dell'Europa; uno sviluppo basato sulla sostenibilità ambientale; svolta delle ricette economiche e sociali in chiave redistributiva".

In sostanza, "un governo di svolta, alternativo alle destre, con un programma nuovo, solido, e un'ampia base parlamentare". Zingaretti questa mattina ha detto in un'intervista al Messaggero che non c'è alcun veto sul leader pentastellato Luigi Di Maio.

Ma al Colle, oltre ai cinque punti - in realtà molto vaghi - avrebbe posto tre condizioni precise e puntuali, "non negoziabili". E molto pesanti: abolizione dei due decreti sicurezza, nessun taglio dei parlamentari così com'è stato concepito e votato fino ad ora, e un accordo di massima sulla manovra da raggiungere prima della formazione del governo.

Paletti che hanno creato sconcerto tra i renziani: "In direzione abbiamo dato piena fiducia e pieno sostegno al segretario, senza mai votare né discutere quei tre punti che ci auguriamo vengano smentiti". Tre punti che, secondo indiscrezioni, sarebbero stati sollecitati da Paolo Gentiloni.

FORZA ITALIA - Silvio Berlusconi ha proposto un governo di centrodestra con gli attuali numeri in Parlamento, quello che proponeva anche l'anno scorso. Se non ci sono margini, al voto.

L'ex premier non ha risparmiato stoccate a Salvini e all'esecutivo appena caduto. "Una crisi grave, che ci preoccupa, perché aperta in un momento delicato per la nostra nazione", ha osservato. "Non riferisco le frasi con cui Merkel e Juncker hanno definito il precedente governo, un governo fallimentare che ha messo in crisi l'economia italiana", ha aggiunto.

No al governo giallorosso: "Improvvisato, formato da una maggioranza che esiste in Parlamento ma non nel Paese. Un accordo tra partiti che si sono contrastati fino a pochi giorni fa, sbilanciato a sinistra e pericoloso per lo sviluppo, la sicurezza e la libertà dei cittadini". Un governo che - antico mantra del Cav - "metterebbe la patrimoniale". Forza Italia "non è disponibile a partecipare a un governo di questo tipo".

Quindi la proposta: "Formare in Parlamento una maggioranza di centrodestra. Un centrodestra moderno, credibile, con chiara vocazione atlantica ed europeista (non proprio quello di Salvini e Meloni, ndr). Qualora non sia possibile realizzarla la strada maestra è una sola. Elezioni anticipate".

LE FOTO:

I corazzieri del Quirinale
I corazzieri del Quirinale
I corazzieri del Quirinale
Consultazioni al Colle: le foto
Consultazioni al Colle: le foto
Consultazioni al Colle: le foto
Emma Bonino a colloquio da Mattarella
Emma Bonino a colloquio da Mattarella
Emma Bonino a colloquio da Mattarella
Salvini, Romeo, Molinari dal Capo dello Stato
Salvini, Romeo, Molinari dal Capo dello Stato
Salvini, Romeo, Molinari dal Capo dello Stato
Sergio Mattarella e Luca Zingaretti
Sergio Mattarella e Luca Zingaretti
Sergio Mattarella e Luca Zingaretti
Mattarella, Zingaretti, Marcucci, Delrio, Gentiloni e De Micheli
Mattarella, Zingaretti, Marcucci, Delrio, Gentiloni e De Micheli
Mattarella, Zingaretti, Marcucci, Delrio, Gentiloni e De Micheli
Zingaretti e Andrea Marcucci
Zingaretti e Andrea Marcucci
Zingaretti e Andrea Marcucci
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
Il presidente della Camera Roberto Fico
Il presidente della Camera Roberto Fico
Il presidente della Camera Roberto Fico
Il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio
Il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio
Il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio
Il capo dello Stato
Il capo dello Stato
Il capo dello Stato
Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia
Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia
Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia
Il discorso di Giorgia Meloni
Il discorso di Giorgia Meloni
Il discorso di Giorgia Meloni
Matteo Salvini, Lega
Matteo Salvini, Lega
Matteo Salvini, Lega
Silvio Berlusconi, Forza Italia
Silvio Berlusconi, Forza Italia
Silvio Berlusconi, Forza Italia
L'ex premier Matteo Renzi
L'ex premier Matteo Renzi
L'ex premier Matteo Renzi
Nicola Zingaretti, Partito Democratico
Nicola Zingaretti, Partito Democratico
Nicola Zingaretti, Partito Democratico
(Ansa)
(Ansa)
(Ansa)

GIORGIA MELONI - La prima a salire al Colle, alle 10, è stata Giorgia Meloni. Un incontro molto breve quello tra la leader di Fratelli d'Italia e il Capo dello Stato. "Le elezioni sono oggi l'unico esito possibile, rispettoso dell'Italia, dei suoi interessi, del suo popolo e della Costituzione", ha detto la Meloni a margine del colloquio, ribadendo il suo no "a governi eterodiretti da Francia e Germania" e a un "esecutivo osceno che ha la maggioranza in Parlamento ma non tra i cittadini".

"La verità - osserva Meloni - è che Mattarella è costretto a scegliere tra due diverse prescrizioni costituzionali: quella che chiede di verificare se esista una nuova maggioranza e quella che dice che la sovranità appartiene al popolo, e questa secondo è la prescrizione più vincolante tra le due.

"L'unico modo che abbiamo per un governo stabile è andare a votare: tutto il resto durerà solo qualche mese. Gente che fino a ieri si insultava oggi non può andare d'accordo", ha aggiunto, aprendo - in subordine - a un mandato esplorativo per un governo di centrodestra appoggiato da Fdi, Forza Italia e Lega. Questa era la sua posizione nel 2018, durante le eterne consultazioni che portarono alla nascita del governo gialloverde.

"Ho sentito Salvini e penso che se si andasse al voto ci sarebbe una compagine formata da Fdi e Lega sicuramente, vedremo cosa fa Fi, e sicuramente sarebbe già maggioritaria", così ha concluso la leader di Fratelli d'Italia.

C'è anche una stoccata a Salvini: "Magari aprendo la crisi subito dopo le elezioni europee l'esito della crisi sarebbe stato più certo e le elezioni sarebbero state inevitabili".

IL PRIMO GIORNO DI CONSULTAZIONI - Ieri Autonomie, Misto e Leu si sono detti disponibili ad appoggiare un nuovo governo. "Di forte discontinuità", hanno sottolineato Liberi e Uguali ed Emma Bonino.

Sempre ieri si è svolta la direzione Pd, che ha dato all'unanimità mandato a Nicola Zingaretti di intavolare una trattativa con il Movimento 5 Stelle. Un governo all'insegna della discontinuità, un esecutivo di legislatura e non a tempo. Con cinque punti - molto vaghi in realtà - indicati dal segretario dem

Una discontinuità, quella richiesta dal Pd, che chiude le porte al Conte bis.

Il "monolite" M5S si è stretto intorno a Di Maio. Il dialogo con i dem è avviato, ma non mancano i pentastellati che tornerebbero volentieri al governo con la Lega. I contatti tra i due partiti non si sono fermati neanche dopo la drammatica crisi che si è consumata l'altro giorno in Senato.

Giornata fondamentale, quella odierna. Mattarella capirà se ci sono i margini per la nascita di un esecutivo gialloverde, e chiarirà: tempi stretti, non è disposto ad accettare gli esasperati tatticismi, la politica dei due forni e le lungaggini delle consultazioni di un anno fa, quando ci vollero tre mesi per dare vita al governo gialloverde.

(Unioneonline/L)

IL PRIMO GIORNO:

IL TOTO-NOMI:

Palazzo Chigi, inizia il toto-nomi
Palazzo Chigi, inizia il toto-nomi
Palazzo Chigi, inizia il toto-nomi
Il vice presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia
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Il presidente della Camera Roberto Fico (M5S9
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L'ex ministro della Giustizia Paola Severino
L'ex ministro della Giustizia Paola Severino
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Giuseppe Conte: resta in campo anche l'ipotesi di un suo nuovo incarico
Giuseppe Conte: resta in campo anche l'ipotesi di un suo nuovo incarico
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Il giudice della Corte Costituzionale Sabino Cassese
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Il numero uno Anac Raffaele Cantone
Il numero uno Anac Raffaele Cantone
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L'ex mister Spending review Carlo Cottarelli. Il suo nome era già circolato dopo le elezioni del 4 marzo  2018
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Circolata, ma forse tramontata, l'ipotesi di Mario Draghi (foto Ansa)
Circolata, ma forse tramontata, l'ipotesi di Mario Draghi (foto Ansa)
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Il ministro della Difesa Elisabetta Trenta (da Facebook)
Il ministro della Difesa Elisabetta Trenta (da Facebook)
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