La direzione che si è riunita questa mattina ha approvato un ordine del giorno che ripercorre la relazione del segretario Nicola Zingaretti dandogli il mandato ad aprire una trattativa per verificare la possibilità di "un governo di svolta per la legislatura, in discontinuità con il precedente".

Il documento è stato approvato all'unanimità, per la gioia del segretario che vede finalmente un partito - almeno all'apparenza - unito. Sulla base di questa relazione i dem andranno al Colle per le consultazioni.

Il governo gialloverde caduto ieri "è stato uno dei peggiori della storia della Repubblica, fallito dopo 14 mesi lasciando un'eredità drammatica", ha affermato Zingaretti.

Il segretario non crede "in un governo di transizione che porti al voto, sarebbe rischioso per il Pd e per il Paese".

"Tocca a noi - ha aggiunto - muoverci e indicare una strada. Dentro il percorso di consultazione dobbiamo dare la disponibilità se c'è la possibilità di una nuova maggioranza parlamentare in grado di dare risposte serie ai problemi del Paese".

Governo di legislatura, dunque, Zingaretti è stato chiarissimo a proposito. Un esecutivo "in discontinuità col precedente", non basato su un contratto ma che abbia alla base una "forte condivisione degli obiettivi".

Senza un governo del genere, di legislatura e di ampio respiro, "meglio tornare al voto".

I PALETTI - Cinque i paletti fissati dal segretario: "Appartenenza leale all'Unione europea; pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del Parlamento; sviluppo basato sulla sostenibilità ambientale; cambio nella gestione dei flussi migratori, con pieno protagonismo dell'Europa; svolta delle ricette economiche e sociali, in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti".

La trattativa, dunque, può cominciare. Il partito ha dato mandato al segretario. C'è da capire cosa intenda Zingaretti con "discontinuità". Solo nei contenuti? O anche nei nomi, e quindi veto al Conte bis e a Di Maio?

RENZI E BOSCHI: "NON CI SAREMO" - Quel che è certo è che non ci saranno, in un eventuale governo giallorosso, né Boschi né Renzi: "Posso votare la fiducia se ci sarà un'ipotesi di governo, posso dare una mano sui contenuti, ma al governo coi 5 Stelle anche no, grazie", ha dichiarato la Boschi. Parole che ricalcano quelle dette ieri da Renzi in Senato e nelle successive interviste.

MONOLITI M5S - Il Movimento 5 Stelle, intanto, si compatta intorno al capo politico: "Sono ore molto importanti per il futuro del nostro Paese. M5S si affiderà alla volontà del presidente Sergio Mattarella che segnerà la strada da seguire dopo che Matteo Salvini ha aperto un'assurda crisi di governo in pieno agosto. Il Movimento è unito e compatto intorno al capo politico Luigi Di Maio. Siamo un monolite. E adesso siamo concentrati sulle consultazioni", recita una nota dei capigruppo alla Camera e al Senato Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli.

"In queste ore - si legge in una nota del Movimento 5 Stelle - riceviamo appelli da più parti, cogliamo l'occasione per ricordare a tutti di essere il primo partito in Parlamento. Domani, al termine delle consultazioni, comunicheremo le nostre valutazioni".

(Unioneonline/L)

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