Ora tocca a MattarellaVia alle consultazioni VIDEO
Il presidente della Repubblica dovrà arbitrare una delle crisi più difficili degli ultimi tempiIl calendario oggi segna 21 agosto 2019. Ma, politicamente, l'Italia si sveglia all'indomani del 4 marzo di un anno e mezzo fa.
La palla torna a Sergio Mattarella, dopo l'annuncio delle dimissioni del presidente del Consiglio in una lunga e travagliata discussione a Palazzo Madama.
Il capo dello Stato si trova ora a dover arbitrare una delle crisi più difficili degli ultimi anni. E deve farlo in tempi strettissimi: si comincia alle 16 di oggi pomeriggio e si termina domani alle 17.
Come da protocollo, sarà sentito il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano. Poi saliranno al Quirinale la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati e il presidente della Camera Roberto Fico. Sarà la volta successivamente dei gruppi parlamentari: Autonomie del Senato, gruppo Misto, Liberi e Uguali.
Giovedì dalle 10 saranno ricevuti al Colle Fratelli d'Italia, Partito democratico, Forza Italia-Berlusconi presidente e infine, nel pomeriggio, Lega-Salvini premier e Movimento 5 Stelle.
LE STRATEGIE - La speranza del presidente della Repubblica è trovare un accordo per la formazione di un governo di scopo, che "salvi" l'Italia dal voto anticipato e permetta di rispettare le imminenti scadenze con l'Europa.
L'ipotesi più probabile resta la "strana alleanza" tra democratici e grillini. Magari con un Conte bis, a giudicare da come ieri il presidente uscente, nel suo discorso di fuoco, ha più volte strizzato l'occhio al Pd. Un accordo, comunque, non semplice da raggiungere: Mattarella su richiesta può concedere tempo, ma si parla di pochi giorni, al termine dei quali non resterà che tornare al voto.
La possibilità giallorossa intanto fa gridare allo scandalo le forze di centrodestra, Salvini in testa, che ieri sera ai giornalisti ha dichiarato di voler chiedere a Mattarella di non perdere tempo e andare alle urne: "È la strada maestra, non c'è nessun piano B". Capitalizzare il consenso, per il Carroccio, resta la priorità.
(Unioneonline/D)