Il cadavere trovato lo scorso 30 gennaio a Monte Carru è compatibile al 99 per cento con il profilo genetico dei genitori di Speranza Ponti. Quindi non ci sono più dubbi: ora c'è l'ufficialità.

Gli esperti avevano proceduto alla comparazione del Dna del corpo rinvenuto tra i cespugli alla periferia di Alghero, con quello dei congiunti della vittima.

A distanza di quindici giorni i carabinieri del Ris hanno depositato gli esiti. Il passaggio burocratico era necessario.

Il Pubblico ministero aveva conferito l'incarico al consulente tecnico, il maresciallo maggiore Gavino Piras del Ris di Cagliari, per l'identificazione della salma anche attraverso l'estrazione del profilo Dna.

In carcere con l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere c'è Massimiliano Farci, 53 anni, di Assemini. L'uomo si professa innocente.

Racconta che la sua fidanzata si sarebbe impiccata alla maniglia di una porta a vetri nella loro casa di via Vittorio Emanuele il 6 dicembre e che lui l'avrebbe solamente trasportata in macchina fino a Monte Carru. Ma il Ris nei rilievi compiuti nell'appartamento non avrebbe trovato alcun riscontro che avvalori questa versione.
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