Quattro mesi dopo gli arresti, la Procura di Cagliari chiude l'inchiesta sull'esistenza di un "sistema predatorio nella gestione della cosa pubblica" a Ortacesus, come era stato definito dal giudice delle indagini preliminari Cristina Ornano, e lascia intatto il quadro accusatorio iniziale.

Sono 21 le persone sotto accusa: tra tutti spicca Fabrizio Mereu, ex sindaco del paese della Trexenta ed ex presidente dell'Unione dei Comuni, l'uomo che, secondo il gip, aveva "sistematicamente abusato del suo ufficio e della sua funzione" ottenendo "un controllo pieno e pervasivo dell'intera amministrazione". Si ipotizzano interventi illeciti nei bandi di gara degli appalti pubblici, tra i quali quello per la gestione della casa di riposo di Ortacesus, di affidamenti diretti, bilanci ritenuti truccati, utilizzo definito indebito delle auto comunali.

Oltre a Mereu, il pm Giangiacomo Pilia e i carabinieri di Dolianova contestano reati quali peculato, turbativa d'asta, induzione indebita a dare o promettere utilità, falso e truffa a Salvatore Contini (ex consigliere comunale a Ortacesus) e Giampaolo Dessì (amministratore delle coop Sviluppo servizi Italia e Crescita e progresso), Valeria Santomauro (amministratrice della coop Icaro), Barbara Secci (dipendente comunale a Senorbì), Roberta Sirigu (dipendente comunale di Ortacesus), Paolo Stochino (libero professionista), i sindaci ed ex sindaci e amministratori pubblici Cinzia Porceddu (Gesico), Adalberto Sanna (Senorbì), Antonio Cappai (Guamaggiore), Gianluca Pillosu (rappresentante del sindaco di Pimentel), Alessandra Corongiu (sindaca di Pimentel) e Silvestro Taccori (responsabile servizio finanziario dell'Unione della Trexenta), Luigi Buscemi, Marco Minervino, Efisio Ballicu, Mario Gaviano, Veronica Cicu, Gianluigi Falqui (presidente del cda della cooperativa sociale Grand'Angolo), Pierluigi Caria (amministratore unico, direttore tecnico e socio dell'impresa Costruzioni generali Caria), Nicola Nardiello (preposto alla gestione tecnica, consigliere e presidente del cda della coop sociale Fers srl).

I carabinieri davanti al municipio di Ortacesus (archivio L'Unione Sarda)
I carabinieri davanti al municipio di Ortacesus (archivio L'Unione Sarda)
I carabinieri davanti al municipio di Ortacesus (archivio L'Unione Sarda)

Nelle carte dell'inchiesta, tra i vari episodi risalta anche l'uso delle auto di proprietà del Comune di Ortacesus e dell'Unione dei Comuni, una Fiat Punto e una Nissan. Veicoli dei quali l'ex sindaco aveva "la disponibilità", ha scritto nell'ordine di arresto la gip Ornano, e che il primo cittadino aveva utilizzato "per soddisfare proprie esigenze personali completamente disgiunte dal ruolo di amministratore". Secondo Procura e militari andava quasi giornalmente in farmacia, al market, in banca, a fare rifornimento, in aeroporto, alle poste, a cena, al bar tabacchi a Cagliari, Quartu, Flumini, Nuraminis, Serramanna, nei parcheggi di Cala Mosca, a Senorbì, Alghero. Viaggi in compagnia del padre, di amici, di un'amica, di un giovane extracomunitario appena conosciuto, di un ragazzo. E poi le assenze dal lavoro (è dipendente dell'Esercito): decine di riunioni (di Giunta, commissioni, cda dell'Unione dei Comuni) attestate da documenti ritenuti falsi.
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