L'impianto di Magomadas resta sotto sequestro. L'udienza davanti al Tribunale del Riesame non si è tenuta perché la Geco ha rinunciato all'istanza. Prosegue intanto l'inchiesta, in cui è indagato Leonardo Galleri, i reati contestati sono l'attività di raccolta, trasporto, smaltimento di rifiuti senza la necessaria autorizzazione. E ancora l'emissione di vapori e odori pericolosi dall'impianto di trattamento dei fanghi.

Un'indagine che va avanti da circa un anno e che nelle settimane scorse era culminata con i sigilli all'impianto. Subito dopo la società aveva presentato istanza di dissequestro al Tribunale del Riesame e una richiesta al pubblico ministero per il dissequestro della parte dello stabilimento in cui si lavorano gli inerti e degli uffici amministrativi.

L'impianto (foto Pinna)
L'impianto (foto Pinna)
L'impianto (foto Pinna)

Il pubblico ministero Marco De Crescenzo, sotto la supervisione del procuratore Ezio Domenico Basso, aveva accolto la richiesta emettendo un decreto di revoca parziale del sequestro preventivo. Era stato quindi consentito soltanto l'accesso ai dipendenti per le pratiche amministrativo- contabile e per l'attività nella parte dell'impianto che si occupa degli inerti. Mentre tutto ciò che riguarda il trattamento dei fanghi, le attività nelle vasche e le lavorazioni di ammendante restano a tutt'oggi completamente bloccate.
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