L'uno avrebbe gonfiato le fatture, l'altra avrebbe riciclato diversi assegni. Ma sono cadute tutte le accuse e Marcello Pes e Paola Piras di Sedilo sono stati assolti con formula piena perché il fatto non sussiste.

Si tratta di una vecchia vicenda che dal 2006 si è trascinata in Tribunale fino a ieri, quando si è chiusa con la sentenza del collegio (presidente Carla Altieri, a latere Marco Mascia e Federica Fulgheri). Marcello Pes, difeso dall'avvocato Aurelio Schintu, doveva rispondere dell'accusa di false fatturazioni mentre a Paola Piras, assistita dall'avvocato Riccardo Crovi, era contestato il reato di riciclaggio.

Nel 2006 Pes aveva acquistato per la ditta GMC un carrello elevatore dalla ditta di Doddore Meloni (l'indipendentista di Terralba scomparso due anni fa) e secondo quanto sostenuto dall'accusa avrebbe attribuito alle fatture un valore fittizio per cercare di evadere le tasse su un imponibile di 90mila euro.

Il pagamento del mezzo sarebbe avvenuto con degli assegni che poi sarebbero finiti nei conti bancari di Paola Piras (circa 72mila euro) che poi li avrebbe utilizzati per altre spese. La difesa ha sempre sostenuto che non c'è stato alcun riciclaggio e che le fatture erano regolari.

Il pubblico ministero Armando Mammone nella precedente udienza aveva chiesto una condanna a tre anni per Marcello Pes, mentre per Paola Piras aveva chiesto una condanna a cinque anni e cinquemila euro di multa. Entrambi i difensori invece hanno sollecitato l'assoluzione e il collegio dei giudici ha accolta la richiesta.

Valeria Pinna
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