L'udienza di oggi, nel processo col rito abbreviato davanti al gup del Tribunale di Oristano Silvia Palmas per il delitto di Manuel Careddu, era dedicata all'arringa del difensore di Riccardo Carta.

L'avvocato Angelo Merlini, in un'ora e mezza, ha focalizzato alcuni punti mettendo in risalto prima di tutto che l'imputato non sapeva dell'omicidio ma sapeva che si dovesse dare una lezione al diciottenne di Macomer.

Carta, ha detto l'avvocato Merlini, non conosceva neppure Manuel. Non ci sarebbe stata, sempre secondo la difesa, alcuna predisposizione del delitto: Christian Fodde e Riccardo Carta non avevano alcun accordo.

Altro punto focalizzato dal difensore è stato il fatto che Carta abbia consentito agli inquirenti di ritrovare il cadavere di Manuel. Fu lui, dopo l'interrogatorio del 16 ottobre, a indicare il luogo in cui il ragazzo venne sotterrato.

Alla fine dell'arringa, l'avvocato Merlini ha chiesto una pena che possa consentire un giorno all'imputato ventunenne di riprendere la vita. La settimana scorsa il procuratore Ezio Domenico Basso e il sostituto Andrea Chelo avevano chiesto l'ergastolo per Carta e Christian Fodde, 30 anni per Matteo Satta.

Venerdì si torna in aula per eventuali repliche e sentenza.
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