Ultimo atto in aula al processo con il rito abbreviato per i tre maggiorenni coinvolti nell'omicidio di Manuel Careddu: Christian Fodde, Riccardo Carta e Matteo Satta, tutti poco più che ventenni di Ghilarza.

Sono accusati di omicidio pluriaggravato e premeditato e occultamento di cadavere. I primi due devono anche rispondere di soppressione di cadavere.

Oggi davanti al giudice Silvia Palmas è previsto l'intervento dell'avvocato Angelo Merlini che difende Riccardo Carta.

Il giovane, nelle scorse udienze, ha detto che ignorava si dovesse consumare un delitto. Era stato lui a rivelare agli inquirenti il luogo in cui era stato trasferito il cadavere del diciottenne di Macomer, alla periferia di Ghilarza.

"L'ho fatto perché la famiglia avesse un corpo su cui piangere", ha detto.

La sentenza, adesso, è prevista per venerdì: il procuratore Ezio Domenico Basso e il sostituto Andrea Chelo hanno chiesto l'ergastolo per Fodde e Carta, trent'anni per Satta.

"Non mi sembra giusto che Nicola Caboni abbia potuto patteggiare solo quattro anni per soppressione di cadavere e invece Satta ne rischia trenta per aver tenuto i telefonini - dice Balardi -. Non dico che Satta sia innocente, né voglio difenderlo, anche perché lui sapeva che il branco voleva uccidere mio figlio. Dico, invece, che fra le sei bestie mi sembra l'unico pentito, non mi sembra cattivo come gli altri che hanno attirato Manuel nella trappola mortale, prima fra tutti la ragazzina: Manuel si fidava di lei, è per questo che quel maledetto giorno è salito in macchina".

La ragazzina, all'epoca dei fatti minorenne, è stata condannata in primo grado assieme a un altro giovane a 16 anni di reclusione.

(Unioneonline)
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