Gli accertamenti per fare luce sul caso di Paolo Palumbo vanno avanti.

Dopo la scoperta che l’ammissione del ventunenne malato di Sla alla cura Brainstorm era solo frutto di un raggiro, si cerca di fare chiarezza ma si spera ancora che possa essere inserito nel protocollo. E proprio Paolo non si arrende: "Ho preso un pugno che mi ha messo al tappeto per l'ennesima volta, sarà dura rialzarsi ma non mollo".

Il fratello Rosario ha già preso contatti con l’azienda farmaceutica Brainstorm, venerdì sera c’è stata anche una telefonata negli Usa, mentre la polizia postale cerca di fare luce sulle mail tra il neurologo cagliaritano Vincenzo Mascia e il sedicente Dimitrios Karussis, il medico della clinica Hadassah di Gerusalemme dove Paolo si sarebbe dovuto sottoporre al trattamento. Bisognerà capire da dove sono partite le mail, se la casella di posta elettronica del neurologo cagliaritano è finita nel mirino di qualche hacker. Intanto la raccolta fondi andrà avanti qualche giorno "ma se non dovessimo riuscire a raggiungere l’obiettivo della cura, restituiremo i soldi" assicurano.

Sul caso interviene anche l’ordine dei medici che pone seri dubbi sulla terapia. "Il trattamento è inefficace e non ha alcuna base scientifica – sostiene il presidente Antonio Sulis - ha dato il via a una proliferazione di prodotti che sono paragonabili a quelli omeopatici. È un dovere etico e morale della classe medica prendere posizione sulle false aspettative messe in atto da speculatori per lucrare sulla disperazione dei malati".

Sulis si augura che venga fatta chiarezza e che "a tutti i malati si dia la possibilità di fruire dei trattamenti di provata efficacia".
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