Non c'è stata nessuna brutale aggressione ai danni di Mara Lapia, deputata sarda del Movimento 5 Stelle.

Ne è convinto il procuratore capo di Nuoro Patrizia Castaldini, che ha firmato la richiesta d'archiviazione per l'unico indagato, il 40enne Daniele Imperatore, accusato di lesioni personali e minacce.

Alla richiesta si sono opposti i legali della parlamentare con una memoria di otto pagine, ma al momento - a giudizio dei pm - la denuncia di Lapia non sarebbe suffragata da elementi concreti.

CASO NAZIONALE - Quello della presunta aggressione alla deputata divenne un caso nazionale, in molti le espressero solidarietà: dal candidato alle regionali Francesco Desogus a Luigi Di Maio, passando per Roberto Fico e altri esponenti di spicco del Movimento. Non solo, anche onorevoli dem e forzisti condannarono l'aggressione: Emanuele Fiano, Alessia Morani e Mara Carfagna, per fare qualche nome.

I FATTI - La pentastellata raccontò, alla polizia e alla stampa, di essere stata prima "insultata nel supermercato", poi "aggredita nei parcheggi". L'uomo l'avrebbe "strattonata, sbattuta al muro e colpita con un pugno al petto", disse Lapia a Radio Capital. E ancora "spintoni e minacce ('Questa volta non ti lascio viva, ti ammazzo'), fino a quando non mi sono appoggiata a un'auto e ho avuto un mancamento".

LE SMENTITE - Subito sono arrivate le smentite. Un testimone oculare raccontò tutta un'altra scena, affermando che era stata Lapia a scatenare la lite, nata per la caduta di alcune lattine vicino alle casse. La deputata accusò il cassiere - con tanto di "Lei non sa chi sono io" - e poi, apostrofata come "cafona" dall'uomo che era in fila dietro di lei con l'anziana madre - avrebbe continuato a litigare con lui nel parcheggio, fino a quando l'anziana madre del 40enne l'avrebbe avvicinata "toccandole la spalla come per calmarla".

In quel momento, prosegue il racconto della testimone, "lei si è buttata a terra all'improvviso" lamentando di essere stata spinta e aggredita.

A suffragare la versione della donna arrivarono anche le dichiarazioni delle cassiere e di altri due testimoni oculari.

"DISEGNO POLITICO" - Dopo questa testimonianza Lapia provò a correggere il tiro, senza tuttavia smentire l'aggressione, e postò sui social il referto del San Francesco di Nuoro: 30 giorni di prognosi per la frattura di una costola. Ma non era stata più "sbattuta al muro e colpita con un pugno al petto": solo insulti, una minaccia e un "colpo alla mano" per farle cadere il telefono con cui voleva fotografare la targa dell'auto. Cosa che le causò un mancamento.

La deputata, messa alle strette, denunciò addirittura un "disegno politico per diffamarmi e colpirmi", dietro al quale ci sarebbe "un ex assessore di Nuoro".

La Procura di Nuoro, a quasi un anno dai fatti, è di tutt'altro avviso, vedremo cosa deciderà il gip.

(Unioneonline/L)

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