Sono ritenuti responsabili di sequestro di persona, estorsione, violenza sessuale, stalking, maltrattamenti, lesioni e danneggiamento. Non si tratta di efferati ed esperti criminali ma di quattro minorenni individuati dalla polizia di Nuoro che nei loro confronti ha eseguito delle misure cautelari.

Due sono fini in carcere, gli altri in comunità.

Le vittime dei loro abusi sono altri minori che sono ospiti della stessa struttura. Fra tutti c'è un ragazzino che soffre di forme di autismo, e anche una ragazza costretta a subire atti sessuali. E non si sono salvati gli educatori della comunità stessa, oggetto di aggressioni fisiche, verbali e minacce di morte talvolta seguite da danneggiamenti. Per esempio in un caso uno dei minori ha rotto un quadro e, brandendo un frammento di vetro, ha urlato a una donna che l'avrebbe sgozzata.

A condurre le indagini sono stati gli uomini della Squadra mobile di Nuoro. Le violenze e le aggressioni che hanno creato un clima di paura in comunità sono state documentate puntualmente.

Nella notte spesso accadeva che gli indagati urlassero e dessero manate al muro o agli estintori, entrando anche nelle camere degli altri per svegliarli e danneggiare armadi o arredi.

Numerosissime le vessazioni in particolare nei confronti del ragazzo con aspetti di autismo: veniva preso a calci e pugni, oppure schiaffeggiato e afferrato al collo. Di sicuro è stato inoltre obbligato a consegnare agli aguzzini del denaro che recuperava chiedendo l'elemosina per strada, come era stato costretto a fare. Più o meno otteneva tra i 10 e i 20 euro.

In un'altra occasione la porta della sua camera è stata sfondata a calci e all'interno è stato svuotato il contenuto di un estintore. Oppure veniva colpito dei gavettoni notturni.

L'accusa per sequestro di persona che grava su tre minori si riferisce al fatto che il giovane è stato chiuso nella sua stanza e sottoposto a sevizie; due sono invece ritenuti responsabili di violenza sessuale verso una ragazza che, a inizio agosto, aveva ricevuto messaggi vocali e insulti sul suo profilo Instagram ed era stata poi costretta a subire atti sessuali. Solo il provvidenziale intervento di un operatore della struttura aveva interrotto la violenza.

(Unioneonline/s.s.)
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