Il suo passo è fiero. La sua mano ferma su sa mazzocca , il bastone di legno del pastore, mentre raggiunge il gregge nelle campagne di Gonnostramatza. E dire che quelle pecore le conosce solo da poche settimane. La missione che ha portato Carmen Chavez, peruviana di 23 anni, in Marmilla è molto importante per la sua terra: «Potrebbe essere rivoluzionaria per il Perù - ha esordito la ragazza - sono arrivata in Sardegna per conoscere l'allevamento delle pecore da latte e proporlo come alternativa nella mia terra all'allevamento delle mucche. Un'attività che sta portando alla distruzione della Foresta amazzonica».

Chavez è determinata: «Se l'allevamento di queste pecore funziona così bene in Sardegna, sono convinta possa funzionare altrettanto bene in Perù».

La peruviana sta facendo pratica nell'azienda zootecnica dei fratelli Cuscusa a Gonnostramatza. «Un onore per noi - ha confessato Michele Cuscusa, uno dei fratelli impegnati col gregge, nel caseificio e nell'agriturismo - un'ulteriore testimonianza del valore della zootecnia nella nostra Isola».

Dal Perù - «Un mio amico mi ha mostrato le immagini e un video su internet dell'azienda dei Cuscusa. E mi sono subito innamorata di questo luogo, della loro attività multifunzionale, ma soprattutto delle pecore sarde».

Carmen Chavez, ventitreenne laureata in ingegneria zootecnica, che vive nella regione Amazzonica del Perù, non ci ha pensato due volte.

«Ho contattato l'azienda e in pochi giorni ho preparato la mia trasferta in Sardegna. Da tempo il mio obiettivo è introdurre in Perù un allevamento alternativo alle mucche. Qui sono sicura di aver trovato la soluzione giusta». Chavez è partita da Leymebamba, dove vive con la sua famiglia. Per alcuni mesi farà pratica di "pecore sarde da latte".

La missione - «In Perù abbiamo un grosso problema. Stiamo distruggendo la Foresta amazzonica per garantire nuovo pascolo alle mucche: un'emergenza planetaria».

Ma la giovane peruviana non è solo la paladina dell'ambiente: «Per evitare nuovi tagli nella foresta vorrei esportare nel mio paese l'allevamento delle pecore da latte, da praticare proprio nei terreni già disboscati e riqualificati».

Il confronto - «Nella mia terra servono dieci litri di latte vaccino per un chilo di formaggio, qui ne bastano cinque di latte ovino», dice Chevez. Non solo. La giovane da settimane aiuta Michele Cuscusa nella lavorazione del formaggio.

E non ha dubbi sul sapore: «Più buono del formaggio del Perù, più gustoso, più fresco». Così come sulle pecore isolane: «Mi piace il contatto con loro. È il rapporto fra pastore e le pecore che rende felice le greggi e secondo me migliora anche la qualità del latte».

Antonio Pintori

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