"Percorreremo tutte le strade per tutelare il minore, vittima di questa gravissima vicenda e lo faremo anche chiedendo il risarcimento dei danni subiti. Il ragazzino maltrattato ha davanti a se una vita difficile, deve essere aiutato e sostenuto nel percorso di riabilitazione": le parole sono dell'avvocato Giorgina Azara che ha avuto mandato dal sindaco di Arzachena, Roberto Ragnedda, di costituirsi parte civile nel processo, aperto a Tempio, per la segregazione e le crudeli punizioni inflitte a un bambino di 11 anni.

Gli imputati sono i genitori e la zia del minore che si sono visti rigettare la richiesta di patteggiamento. I loro difensori, Angelo Merlini, Marzio Altana e Alberto Sechi, hanno chiesto il rito abbreviato e il processo è stato rinviato al 24 marzo. Il gip Marco Contu ha nominato tutore speciale del minore, il sindaco di Arzachena, Roberto Ragnedda.

È stata avviata la procedura per affidare ad un'altra famiglia la giovanissima vittima, che ora si trova in una comunità protetta. Di fatto, attraverso il legale nominato dall'amministrazione comunale arzachenese, il ragazzino agisce in giudizio nei confronti dei genitori e della zia, considerata dai pm Luciano Tarditi e Laura Bassani, la ispiratrice delle crudeli punizioni inflitte sino al giugno del 2019, quando i Carabinieri di Olbia e Arzachena liberarono il minore dalla stanza dove era stato segregato.
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