Alla trentatreesima settimana di gravidanza si era svegliata con delle perdite di sangue. Per questo aveva deciso di andare immediatamente in ospedale, dove dopo un'ecografia e un tracciato l'avevano rimandata a casa dicendole che andava tutto bene. A pochi giorni da quella vista, nuove perdite ematiche e nuove rassicurazioni. Dieci giorni dopo però, dopo un taglio cesareo, quel bambino di 34 settimane, nato vivo, è morto un'ora dopo il parto. «Forte anemia» è stata la spiegazione data ai genitori, lui imprenditore nuorese, entrambi di 30 anni. La spiegazione non ha convinto la coppia che, rappresentata dall'avvocato Marco Basolu, ha sporto denuncia alla Procura della Repubblica di Nuoro chiedendo di far luce sulla morte del bambino. Il corpicino del piccolo, prematuro, è stato messo sotto sequestro, e ieri è stato conferito l'incarico al medico legale per l'autopsia.

La paura

Tutto comincia la notte del 13 ottobre, quando la donna si sveglia con perdite ematiche. Spaventata avvisa il marito, insieme corrono al Pronto soccorso dell'ospedale San Francesco. Qui, viene indirizzata in Ostetricia dove, dopo una visita, un tracciato e un'ecografia, passata un'ora viene dimessa con codice verde e il referto che rassicura parlando di una normale gravidanza.

Nuovo segnale

Quattro giorni dopo la donna ha un nuovo episodio, anche in questa occasione lamenta perdite ematiche, che allarmano la coppia. È giorno, e questa volta, per evitare un accesso al Pronto soccorso per paura dell'acuirsi dei contagi dovuti all'emergenza coronavirus, la coppia si reca nello studio privato del medico ginecologo che fino a quel giorno ha seguito la donna. La preoccupazione è quella di una gravidanza a rischio, che però sarebbe stata smentita dalla seconda visita in pochi giorni. Qualcosa non convince la prossima neo mamma, tanto che il 22 ottobre nota un'assenza di attività fetale. Solo quando quel bimbo dà segni della sua presenza l'agitazione si placa. Il giorno dopo marito e moglie decidono nuovamente di contattare il medico, che li riceve all'ospedale di Nuoro.

Il vagito e il dramma

L'ingresso a metà mattina, poi nel primo pomeriggio la decisione dei medici di portarla in sala operatoria per un cesareo. Quando la donna si sveglia, è rassicurata dal vagito del bimbo ma un'ora dopo è una dottoressa a dare la notizia della morte del neonato. I genitori, distrutti, provano a cercare una spiegazione. I medici la forniscono («forte anemia») ma a papà e mamma del bimbo morto non basta.

Fabio Ledda

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