«Questa volta è andata bene». Sorridono nonostante il volo di oltre tre ore e il tira e molla di una settimana, finito anche su Cnn, New York Times e Washington Post. Respinti al primo tentativo, mercoledì scorso, ieri i turisti americani finiti al centro di un pasticcio dall'eco internazionale sono sbarcati nell'aeroporto di Cagliari. Non senza qualche patema: certo, avevano chiesto di nuovo l'autorizzazione per il volo privato - a bordo di un Embraer Legacy 650 - ma visti i precedenti non c'era nessuna certezza sull'accoglienza alla frontiera.

Alla polizia questa volta hanno dovuto dimostrare che tra gli obiettivi del loro viaggio c'è anche la conclusione di qualche affare nell'Isola. Business, non solo relax e mare. «I miei amici sono qui per visitare aziende e immobili. Devono valutare l'acquisto di alcune proprietà in Sardegna», racconta Federica Fanari, 37 anni, oristanese, appena scesa dal jet privato decollato da Birmingham, dove la comitiva ha trascorso gli ultimi giorni.

L'arrivo

Insieme a lei Nasiba Adilova, fondatrice di The Tot (un sito di prodotti per l'infanzia), 124mila follower su Instagram, moglie di Thomas Hartland-Mackie, tycoon americano con interessi che spaziano dall'energia elettrica al settore immobiliare. Giovani, belli, ricchi. Circa mezz'ora dopo l'atterraggio sono saliti con bambini, baby sitter e governanti a bordo di tre van scuri, che li attendevano fuori dall'Aviazione generale dello scalo di Elmas, direzione Villasimius. O meglio, Villa Soru, sulla spiaggia di Is Cuccureddus. Ma nessuno conferma: «Ora vogliamo solo chiudere questa vicenda, dove dobbiamo andare non ha nessuna importanza».

Il primo tentativo

Eppure la loro non è una vacanza, pardon, viaggio d'affari qualsiasi. Prima di partire, una settimana fa, hanno chiesto alla presidenza della Regione e all'aeroporto di Cagliari il via libera. Ma quando sono arrivati nell'Isola dopo un volo di 15 ore, sono stati bloccati alla frontiera. Vittime di un'ordinanza del ministero della Salute entrata in vigore poche ore prima, mentre la comitiva era a 12mila metri sopra l'Atlantico. «Ci hanno trattato come delinquenti», sono state le prime parole, a caldo, quando sono stati costretti a risalire sul jet privato e rispediti a casa. Anche la Regione è intervenuta - senza successo - per sventare la figuraccia internazionale. «È un grave danno alla credibilità turistica della Sardegna», ha detto il governatore Solinas, prevedendo che la vicenda sarebbe finita sulle prime pagine dei giornali e non solo. «Il personale della Frontiera ha semplicemente fatto rispettare la legge», è stata la risposta dei sindacati di polizia, per niente contenti del polverone sollevato sulla vicenda e dall'intervento della politica.

Battaglia legale

Il Tar per il momento ha dato ragione agli avvocati degli investitori americani (Corrado Maxia e Marco Porcu): domenica scorsa i giudici hanno sospeso in via cautelare il provvedimento che vietava il loro ingresso nell'Isola, la prossima udienza si terrà il 5 agosto. Gli Hartland-Mackie, probabilmente, saranno ancora qui: la casa di Villasimius è stata affittata per un mese. Tutto è possibile: anche che - ma gli interessati si affrettano a smentire - gli investitori abbiano nel mirino proprio la Villa di Renato Soru, in vendita da qualche anno.

Michele Ruffi

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