C'è tempo fino al 3 giugno per sciogliere i nodi del "passaporto sanitario" su cui punta Solinas, ma sono almeno due gli ostacoli che il governatore sardo deve superare.

L'Isola, che ha l'indice di trasmissibilità del virus più basso d'Italia (0,24), vuole favorire l'ingresso dei turisti senza correre rischi dal punto di vista sanitario.

Il passaporto sanitario, un certificato di negatività al tampone che i vacanzieri sarebbero chiamati a esibire all'arrivo in Sardegna, è il tassello che manca a Solinas per raggiungere lo status di Regione Covid free, un brand che il governatore vuole promuovere con una campagna a livello internazionale.

Il dibattito nell'Isola impazza, tra i favorevoli e i contrari, convinti che tale sistema invece di avvicinare allontanerebbe i turisti. Ma, al di là delle opinioni, ci sono due ostacoli.

I DUE OSTACOLI - Il primo: la fattibilità del passaporto è legata alla possibilità per tutti di sottoportsi al test in un qualsiasi laboratorio privato convenzionato. E la decisione in merito spetta al governo, come ha sottolineato oggi il ministro Francesco Boccia. Ma lo sanno anche in Regione.

Gli assessori alla Sanità delle altre Regioni hanno dato mandato al collega sardo Nieddu di preparare una proposta, e Nieddu chiederà che sia il governo nazionale a dettare linee guida generali. Il documento sarà votato nei prossimi giorni dalla commissione Sanità della Conferenza delle Regioni, se otterrà l'ok sarà portato in Conferenza Stato-Regioni.

Il secondo ostacolo riguarda gli stessi test. Solinas punta a quelli salivari, molto più veloci del tampone naso faringeo, ma non sono ancora in commercio. "Quelli dell'azienda farmaceutica toscana Menarini sono in via di validazione - precisa Nieddu -, poi ci sono quelli della lombarda Insubria, ma ce ne sono anche all'estero. Sono test diagnostici".

Il costo sarebbe di 25 euro circa, ma saranno rimborsati al turista "sotto forma di servizi alberghieri o del circuito regionale". Una sorta di voucher.

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata