Il 4 maggio si avvicina e in Italia, pur con un calo generale dei malati di coronavirus, i numeri sottolineano una diffusione sempre più differenziata del contagio.

Un elemento fondamentale che potrebbe pesare anche sulle modalità della tanto attesa ripresa. A dirlo chiaro è il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli: "Si può ragionare su una regionalizzazione delle aperture: nelle zone con un numero inferiore di persone positive è più facile valutare la catena dei contatti".

Favorevoli allo scenario gli esperti che supportano il governo e che indicano come possibile la "ripartenza" tenendo proprio conto del numero dei casi e del trend.

L'Istituto superiore di sanità sta calcolando l'R0, l'indice di contagiosità, di tutte le Regioni e nei prossimi giorni lo comunicherà all'esecutivo, prima di renderlo pubblico. Ma si sa già che alcune regioni, specie del centro-sud, hanno un indice inferiore a 1 (ogni persona contagiata ne infetta meno di una).

I DATI - I numeri di ieri della Protezione civile registravano 433 contagi in 24 ore, il dato più basso da una settimana (il totale è di 23.660). In flessione costante anche le terapie intensive (-98), mentre ci sono 2.128 guariti in più, che portano i dimessi oltre i 47mila.

In Sardegna i nuovi contagiati sono 17, per un totale di 1.215, mentre da due giorni di Covid non muore nessuno e la cifra totale resta ferma a 86.

La Lombardia fa vedere qualche segnale in calo, con 163 vittime, il numero più basso da una settimana. I nuovi malati sono 302, mentre ieri il dato si era impennato a 761. Calano inoltre le terapie intensive (-25).

Il Piemonte fa registrare 79 morti, in un tragico trend costante, e 247 nuovi malati. Il Veneto, invece, se da un lato ha altri 28 deceduti, dall'altro mostra un calo di 234 nuovi malati.

I PRESIDENTI DI REGIONE - Per questo i presidenti di Regione chiedono maggiore indipendenza nelle decisioni.

Il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas apre al "passaporto sanitario" che "servirà a prevenire un contagio di ritorno con la graduale riapertura di porti e aeroporti ai passeggeri".

Il presidente della Liguria Giovanni Toti ha nuovamente spinto sull'autonomia: "E' evidente che le esigenze sono diverse e diverse le specificità".

Una via sembra segnarla il governatore della Puglia Michele Emiliano invocando "un decreto legge che 'copra' le scelte delle Regioni, almeno le macro-decisioni", così da poter allentare certe misure. Dal Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga dice ok a un coordinamento nazionale, "ma bisogna vedere anche le specificità dei territori e la diversa capacità di reazione".

Un'ipotesi che non sta bene al presidente della Lombardia Attilio Fontana, che teme il rischio di "un'Italia zoppa" se la fase 2 dell'emergenza dovesse cominciare prima in alcune zone e poi in altre.

(Unioneonline/D)

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