In tempi non sospetti aveva collaborato con i pastori del Nuorese per un formaggio pecorino chiamato "Bithi" di Barbagia, arrivato, grazie a Oscar Farinetti, nei punti vendita e nei ristoranti di Eataly e Cipriani, da New York a Londra passando per Dubai, Singapore, Montecarlo, Venezia, Milano, Torino e Roma.

Flavio Briatore, imprenditore noto in tutto il mondo per le sue intraprese sportive, imprenditoriali e turistiche, è da sempre amico dei pastori sardi. Nel suo Billionaire, a Porto Cervo, le eccellenze dell'agroalimentare dell'Isola sono marchio di qualità e qualunque attività abbia intrapreso i successi non sono mai mancati. In Sardegna ha sempre impiegato management e personale al 90% autoctono e in 20 anni di Billionaire ha contribuito a far conoscere la Sardegna nei cinque Continenti. Lo abbiamo sentito a proposito della protesta dei pastori e della legge urbanistica che campeggia da alcuni giorni in tutti i telegiornali nazionali.

Lei, da quando ha creato il Billionaire a Porto Cervo, è sempre stato vicino ai pastori sardi. Cosa pensa della protesta di questi giorni?

"È una categoria che soffre moltissimo. Sono persone che affrontano quotidianamente grandi sacrifici perché le pecore devono essere munte tutti i giorni. I pastori non possono certo andare in vacanza. Li ho sempre ammirati ed è per questo che, nel mio piccolo, ho cercato di aiutarli come è successo con l'operazione del formaggio pecorino "Bithi" Barbagia in collaborazione con Eataly di Oscar Farinetti. Sicuramente è un mestiere ingrato, molto duro ed è necessaria tanta passione".

Lei sta dalla parte dei pastori ma è anche un imprenditore di successo che riesce a creare economia e ricavi dando lavoro a centinaia di giovani. Come si possono venire incontro pastori ed industriali del latte su questa importante vertenza senza che il prezzo del pecorino al supermercato diventi troppo elevato per i consumatori?

"Io credo ci siano troppi passaggi. Gli industriali del latte dovrebbero capire che se non c'è un prezzo adeguato per quello che i pastori fanno questi non possono andare avanti e credo che senza il latte dei pastori anche gli industriali abbiano grosse difficoltà a proseguire nella produzione. E' necessario sedersi, discutere e trovare un accordo che possa andar bene ad entrambe le parti. Forse è importante che ci siano meno passaggi prima che il prodotto arrivi nelle tavole della gente e che le quote di produzione del pecorino romano siano assegnate ai pastori e rispettate nei limiti prefissati".

La protesta dei pastori è un segnale di malcontento, in vista delle elezioni regionali del 24 febbraio, nei confronti di chi ha governato la Regione negli ultimi anni?

"Questo Governo regionale non ha dato certo dei sussulti o almeno non ce ne siamo accorti. Non hanno fatto granchè, ma in generale la politica è stata assente. Solo in periodo elettorale si cercano le varie categorie per proporre soluzioni che durante il mandato non sono state messe in atto o addirittura neanche ricercate. Quando noi abbiamo ideato il formaggio "Bithi" di Barbagia ci siamo in qualche modo sostituiti alla politica perché abbiamo cercato, insieme a 14 pastori, di creare un marchio ed un prodotto spendibili con un messaggio chiaro. Oggi sul mercato ci sono troppe qualità tutte diverse, cento tipologie di formaggi sardi che creano una confusione commerciale enorme. Il "Bithi" di Barbagia era prodotto soltanto in due versioni, quella fresca e quella più stagionata. Non bisogna aspettarsi più di tanto dalla politica ma certamente questo governo uscente non ha fatto nulla, in generale, e in particolare per i pastori. Ricordo che all'epoca della Giunta Cappellacci c'era più attenzione da parte della Regione ed in tante situazioni ho notato una presenza attenta delle istituzioni regionali. Questa maggioranza, invece, è risultata assente sia con gli operatori, che con i contadini, gli agricoltori e tanto meno con chi si occupa di turismo".

A Cagliari, con il premier Conte, anche il ministro per le politiche agricole Gian Marco Centinaio che ha annunciato un impegno importante per la risoluzione del problema del prezzo del latte. Cosa può fare a suo giudizio il Ministero per il comparto?

"Centinaio è una bravissima persona ed un ottimo amministratore. Lo conosco bene e sono certo che farà di tutto per garantire un aiuto vero a favore del settore e non le solite parole al vento perché, di chiacchiere, i pastori ne hanno sentite fin troppe. Inoltre bisognerà cercare di attivare una trattativa con l'Unione Europea. Non entro nei particolari, ma sicuramente il ministro possiede delle armi proprie per riuscire a incidere positivamente sulla vicenda di pastori e produttori affinchè entrambe le parti trovino un accordo che soddisfi tutti gli attori di questa delicata vertenza. Quando si va negli agriturismi e quando si visitano le loro stalle e le loro aziende, si percepisce la possibilità di sviluppare un turismo enorme che veda coinvolti i pastori. Sono rimasto colpito per la pulizia, per l'accoglienza e per il calore umano. Sono posti spettacolari e bisogna investire più risorse per comunicazione e pubblicità. La Sardegna ha dei budget per la promozione e parte di questi fondi dovrebbero essere spesi in modo mirato per far conoscere le realtà migliori in questo campo. Qualunque persona che va in vacanza nella costa sarebbe ben felice di recarsi nell'entroterra per comprare i prodotti locali, per mangiare le prelibatezze a km zero prodotte dai pastori, per visitare questi posti così suggestivi e trascorrere parte della propria vacanze in modo alternativo. E gli stazzi sono luoghi che il turista cerca, per la pace, la tranquillità e la genuinità dell'enogastronomia d'eccellenza che i sardi sono capaci di creare. I pastori sono bravissimi, sono molto ospitali, quindi credo sia importante ricercare nel turismo rurale un completamento al binomio sole-mare visto che la Sardegna, grazie ai pastori e ad imprenditori illuminati e appassionati, riesce ad offrire ai visitatori luoghi assolutamente unici ed irripetibili. Cercherò di parlare anche io con il ministro Centinaio".

Agricoltura e turismo vanno a braccetto. Le sue iniziative imprenditoriali, sempre di successo, puntano anche su questo binomio?

"Certamente e al Billionaire io propongo tantissimi prodotti sardi, dai vini ai formaggi. La Costa Smeralda dovrebbe essere uno dei portoni di ingresso di questa fantastica Regione. Poi bisogna pensare a sviluppare tutta una serie di servizi che mancano, di concetti che sono alla base dello sviluppo turistico e che ancora non sono stati sviscerati. Però c'è la materia prima, c'è la gente capace e la bellezza di questa Regione.

E non dobbiamo parlare solo di costa, ma bisogna valorizzare anche l'entroterra perché è assolutamente spettacolare. Le zone della Barbagia che ho visitato per il progetto del formaggio "Bithi" sono stupende. La gente deve capire che c'è una Sardegna, ugualmente bellissima, anche in questi luoghi, oggi poco conosciuti. E torniamo sempre al problema della promozione. La Sardegna, come ho detto prima, ha un budget da investire in comunicazione: queste risorse sono importantissime per mandare messaggi ai potenziali turisti perché agricoltura e turismo sono settori trainanti e vincenti e fino ad ora, in campo promozionale, è stato fatto poco e male".

Anche l'Abruzzo è terra di pastori. Cosa pensa del voto di domenica?

"I grillini hanno perso ed è evidente. La gente pensava che il M5S facesse ciò che aveva promesso in campagna elettorale. Un conto è la campagna elettorale, altra cosa è poi andare al governo e risolvere i problemi. Ma a governare si sono dimostrati inadeguati. E' stata premiata la Lega perché Matteo Salvini ha realizzato cose tangibili che sono sotto gli occhi di tutti e si vedono, mentre i grillini hanno cercato di dire no su tutto. La gente ha inoltre capito, al di là dei loro proclami di essere puri e saggi, che i pentastellati si stanno comportando come i Governi precedenti con l'aggravante, a mio giudizio, di non essere all'altezza della situazione e di non possedere la preparazione per poter governare. L'elettorato ha premiato Matteo Salvini ed il centrodestra perché l'Italia non è agli estremi, può sempre stare più o meno al centro, non siamo per gli estremi, né di destra né di sinistra, e credo che in Sardegna succederà la stessa cosa".

Conosce i candidati alle prossime elezioni regionali e cosa chiede al prossimo presidente della Regione per turismo, trasporti e agroalimentare visto che lei opera in Sardegna con una struttura che attira turisti da tutto il mondo come il Billionaire?

"Io mi aspetterei che la nuova gestione capisca, viste le ire di tantissime cittadini sardi e non, che la logistica debba migliorare per consentire alla gente di arrivare comodamente in Sardegna. E' fondamentale che siano garantiti prezzi più competitivi sia per via mare che per via aerea per tutti, turisti e residenti, ed anche le frequenze dei voli devono aumentare sensibilmente perché oggi ci sono molti meno voli da e per la Sardegna rispetto a Ibiza e ad altre località che fanno concorrenza all'Isola. Inoltre è urgente potenziare le infrastrutture, in primis le strade, e attivare una politica urbanistica che vada nella direzione dello sviluppo turistico.

Sappiamo tutti che in Sardegna c'è un vincolo integrale per la fascia dei 300 metri dal mare. Questo limite dovrebbe valere solo per le speculazioni immobiliari. Ma se si costruisce, nel rispetto dell'ambiente, per creare servizi e lavoro, e quindi strutture ricettive di qualità architettonica indiscutibile e di grande pregio, come quelle nate negli anni '60 grazie a architetti geniali ed illuminati, non è pensabile ipotizzare un investimento a distanze dal mare troppo elevate. Credo sia urgente rivedere questa legge oggi in vigore e trovare il modo di consentire uno sviluppo urbanistico armonico che contemperi le esigenze del turista con quelle del rispetto del territorio".

E per allungare la stagione turistica cosa si può fare?

"In Sardegna abbiamo bisogno di più alberghi e di più camere, il problema è sempre lo stesso. Tutti parlano di ampliare la stagione turistica: questo è possibile con una programmazione di eventi spalmata su almeno 9 mesi perché la stagione non si allunga come un elastico ma con una politica intelligente capace di intercettare le richieste di un mercato internazionale enorme che ama il bello e la qualità, il buon cibo e la cultura, e la Sardegna è il contenitore ideale di tutto ciò. A Montecarlo sono in grado di ospitare anche 1500/2000 persone per ciascun congresso che viene realizzato e sono moltissimi lungo tutto il corso dell'anno. Questo in Sardegna non si può fare perché mancano le strutture adeguate a questi numeri. I rappresentanti del Qatar che hanno investito e desiderano restare in Sardegna, così come tutti gli imprenditori sardi e della Penisola che credono nello sviluppo di questa straordinaria terra, hanno diritto a regole certe per avere la possibilità di costruire più alberghi per creare lavoro, sviluppo e benessere per tutti i sardi. Il limite dei 300 metri non può essere un divieto a scatola chiusa e costante per qualsiasi tipologia di investimento ma deve considerare tutti i fattori in campo per migliorare la qualità dell'ambiente creando strutture perfettamente integrate e che consentano a sardi e turisti di vivere le bellezze che la Sardegna possiede in modo da salvaguardare l'eccellenza e assicurando una qualità di turismo che pochi altri luoghi possono offrire. Per le operazioni immobiliari differenti ben venga il limite dei 300 metri. Credo che il nuovo presidente della Regione e tutta la sua maggioranza debba occuparsi di questo al più presto".

L.P.
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