Per trovare lavoro, oggi, ci vuole fantasia. Ancora più se si è giovani e si vuole lavorare nel mondo dell’editoria, magico e affascinante fin che si vuole ma non certo nel pieno di un’età dell’oro. L’unica è farsi venire idee e, se si ha il giusto talento, provare a seguire le tendenze di un settore che oggi punta sempre di più sull’immagine e sulla grafica piuttosto che sul testo scritto. Ecco perché sono tanti i ragazzi (e soprattutto le ragazze) che provano a lanciarsi nel mestiere d’illustratore per i più piccoli, un’attività che coinvolge già oggi circa 350 professionisti di tutta Italia. In questa schiera di illustratori in erba troviamo Carlotta Paoletti, classe 1993, che ha debuttato recentemente nell’editoria under 18 con Lo spaventapasseri malinconico (Albe Edizioni, 2019, Euro 13,50, pp. 369) storia di uno spaventapasseri che si sente solo in mezzo ai campi e vorrebbe poter giocare con i passeri che svolazzano sopra di lui anziché spaventarli.

A Carlotta Paoletti chiediamo come mai si sceglie di diventare illustrazione per l’infanzia: “Il disegno mi ha interessato fin da piccolissima però col tempo l’interesse era un po’ scemato anche perché al Liceo classico tempo per disegnare ne rimaneva pochissimo. Dopo la maturità però mi sono iscritta all’Accademia di Belle Arti di Macerata e ho scelto di dedicarmi all’illustrazione. Piano piano ho scoperto un mondo, quello dell’illustrazione per l’infanzia. Un mondo affascinante e complesso perché illustrare per bambini è molto più complicato che farlo per gli adulti.”

Perché più complicato?

“Perché con i più piccoli non puoi dare nulla per scontato. Con gli adulti puoi magari puntare su un tema forte in quel determinato momento, un tema di moda. I bambini hanno bisogno di essere convolti invece in storie originali. Non te la cavi facilmente. Devi trovare il modo per conquistarli.”

Ma come nasce un libro per bambini?

“In generale non saprei. L’idea per Lo spaventapasseri malinconico mi è venuta in vacanza, in Portogallo. Durante un giro in macchina ho visto in un campo uno spaventapasseri con degli uccellini appollaiati sulle braccia. Una scena tenera e insolita allo stesso tempo che mi è rimasta impressa e che ho poi portato avanti cercando di ricavarne qualcosa di poetico. Così è nato il mio libro”

Il suo libro ha un uso dei colori particolare, colori pastello, spesso delicati. Che importanza ha il colore in un libro per i più piccoli?

“Un’importanza fondamentale. Lo studio del colore mi ha impegnato molto negli ultimi anni. A lungo, infatti, ho optato per tantissimi colori, per una gamma cromatica molto ampia. Negli ultimi anni ho deciso di concentrarmi su quattro o cinque colori per tavola. In questo modo ho potuto fare maggiormente attenzione alle sfumature, a cromatismi che restituissero un certo tipo di emozione piuttosto che un’altra. Nello Spaventapasseri malinconico ho puntato su colori pastello, un po’ sfumati nel momento in cui volevo esprimere la malinconia, la nostalgia di una scena. Il rosa accostato a un azzurro tramette, per fare un esempio, un senso di stasi. Quando invece ho illustrato una scena più movimentata, come la lotta tra lo spaventapasseri e il corvo, ho puntato sul rosso e il giallo, i colori dell’energia, della vitalità e della violenza.

L’illustrazione deve trasmettere un messaggio oppure un’emozione?

“Le due cose sono legate: se con l’emozione si riesce anche a veicolare un messaggio allora siamo di fronte a un libro importante. Con i bambini trasmettere la giusta emozione è un buon modo perché anche il messaggio rimanga. Soprattutto senza emozione è difficile, veramente difficile, catalizzare l’attenzione dei più piccoli.”

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro
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