Rosa Masaniello è una bambina che non ha grandi problemi e che non ne provoca agli altri. È una vera “rosa senza spine”, simpatica, intelligente e senza neppure aculei da cui doversi guardare.

È però curiosa delle cose importanti della vita. Si pone domande a cui gli adulti, distratti dalle loro occupazioni e irrigiditi dalla loro insensibilità e superficialità, faticano a rispondere: perché non a tutti piace studiare? E soprattutto: perché imparare è importante? Rosa cercherà comunque le risposte affidandosi alla sua intelligenza e sensibilità e potendo contare sull’aiuto di uno strano folletto forse reale, forse vivo solo nella mente della bambina.

Iniziano così le avventure raccontate in Rosa senza spine (Albe Edizioni, 2017, Euro 11,90, pp. 160; illustrazioni di Eleonora De Pieri), divertente e scombinato racconto per bambini dagli otto anni in su scritto a quattro mani da Mariella Ottino e Silvio Conte, insegnanti di lungo corso e da anni autori di libri destinati ai più giovani. Proprio a Mariella Ottino proviamo a sottoporre alcune delle domande che Rosa si pone nel libro.

Prima di tutto: perché ad alcuni piace studiare e ad altri non piace?

Probabilmente non c’è una risposta a questa domanda e Rosa nel libro incontra sia amanti dello studio che persone che non lo amano. Però nella sua ricerca capisce che nella vita è importante amare quello che si fa, trovare il modo di apprezzarlo e magari incontrare qualcuno che ti aiuti a scoprire l’amore anche per lo studio. Forse il segreto è tutto qui.

Lei è insegnante: oggi è più difficile di un tempo trasmettere l’amore per lo studio?

Non credo sia più difficile. Solo bisogna far capire ai più giovani che esistono anche cose diverse da quelle a cui abitualmente si interessano. È difficile far capire, per esempio, che la scuola è qualcosa di differente e offre cose differenti rispetto alla televisione oppure a Internet. La scuola offre idee che si discostano da quelle correnti, offre la possibilità di fare nuove scoperte e di avere nuove possibilità. Non è un prolungamento della Tv oppure della Rete.

Rosa si interroga sull’importanza di imparare. Perché è tanto importante questo interrogativo della protagonista?

Imparare è la base che permette di esercitare la propria intelligenza. Sapere e imparare sono le fondamenta su cui costruire tutto il resto. E sapere e imparare non sono cose immediate, necessitano fatica, portano ad affrontare difficoltà ed è giusto che i ragazzi lo sappiano. Però solo così si acquista libertà, capacità di comprendere e scegliere.

Come si può trasmettere ai più giovani il messaggio che imparare è difficile ma ne vale la pena?

L’insegnante trasmette quello che ha dentro di sé. Se per lui o lei sapere porta felicità anche se costa fatica saprà anche trasmettere questa sua consapevolezza ai giovani. Se sei una persona non annoiata, che continua a farsi domande e a cercare risposte non hai bisogno di tante ricette oppure di tanti discorsi: i ragazzi immediatamente colgono questi aspetti e sono ben disposti a farli propri. Insomma, bisogna prima di tutto avere dentro di sé la gioia di imparare e di sapere.

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