La Sardegna vola al Vinitaly con un gruppo di imprese più forte rispetto al passato. «Il settore vitivinicolo gode di ottima salute», assicura l’assessora all’Agricoltura Valeria Satta. Il sostegno delle aziende – con i bandi di ristrutturazione – e la promozione sono due punti fondamentali per lo sviluppo del settore.

Quante aziende ci saranno a Verona e quali sono obiettivi e aspettative?
«La Sardegna si presenta quest’anno al Vinitaly con una delegazione di piccole e medie imprese vitivinicole piuttosto ampia, su un’area espositiva di oltre 1.700 metri quadri. Ci saranno 72 aziende, una in più dello scorso anno. Inoltre, cresce al contempo anche il numero delle realtà che parteciperanno autonomamente, al di fuori cioè della “collettiva” organizzata dalla Regione».

Un segnale importante.

«Sì, e conferma la vitalità e la crescita dell’intero comparto. L’aspetto chiave di questa partecipazione delle nostre aziende al Vinitaly è naturalmente quello legato alle opportunità commerciali che si possono cogliere durante la manifestazione veronese. L’obiettivo più generale è quello di confermare la Sardegna come vera protagonista, mostrando ancora una volta a livello internazionale la qualità delle sue produzioni».
In Sardegna ci sono vigneti per circa 27mila ettari, contro i 101mila della Sicilia o i 58mila della Toscana. Si puó fare qualcosa per aumentare coltivazioni e produzione?
«Fino a tutto il 2045, i vigneti possono essere impiantati o reimpiantati solamente dietro autorizzazione e l’aumento della superficie vitata può avvenire nella misura dell’1% della superficie vitata regionale all’anno. È in corso la presentazione delle richieste per le autorizzazioni di nuovo impianto per il 2023 e quest’anno la Regione potrà assegnare con bando pubblico circa 270 ettari di autorizzazioni di nuovo impianto».

L'assessora all'Agricoltura Valera Satta
L'assessora all'Agricoltura Valera Satta
L'assessora all'Agricoltura Valera Satta

Avete da poco chiuso i bandi per la ristrutturazione dei vigneti.

«La ristrutturazione e riconversione viticola è finalizzata ad aumentare la competitività e la sostenibilità del settore vitivinicolo in tutte le sue dimensioni, economica, ambientale e sociale.
Tutto questo può avvenire attraverso l’adeguamento dell’offerta alle sempre più diversificate richieste del mercato, tramite un rafforzamento dell’identità della produzione vitivinicola regionale e dei territori nei quali essa è svolta, ed infine mediante la maggiore diffusione di tecniche di gestione dei vigneti più razionali e ispirate ai principi della viticoltura sostenibile».
Quanti fondi verranno erogati e a quante aziende?

«La graduatoria appena pubblicata del bando 2023 ha consentito di finanziare 70 domande, ma a breve potrebbe anche essere effettuato uno scorrimento della graduatoria attraverso l’utilizzo di tutte le economie e la rimodulazione degli interventi. L’obiettivo è spendere al meglio tutte le risorse comunitarie assegnate per il comparto vitivinicolo. Infine, l’assessorato ha appena pubblicato il bando 2024, con il quale sono disponibili circa 4,5 milioni di euro».

Il Vermentino è tra i vini emergenti in Italia: rispetto all’anno scorso è cresciuta la produzione.

«In Sardegna abbiamo una superficie vitata di 5.100 ettari di Vermentino, equivalente quindi a quasi il 20% della superficie vitata regionale. Nell’ultimo trentennio, le superfici investite con le principali varietà mostrano un trend costantemente positivo del Vermentino. Ricordiamo che il Vermentino con il Cannonau sono le due “cultivar” più rappresentate e hanno una importanza fondamentale, se solo si considera che sono la base delle nostre principali Denominazione di Origine, il Vermentino di Gallura, il Vermentino di Sardegna e il Cannonau di Sardegna».

La promozione è fondamentale: cosa puó fare l’assessorato?
«Risulta strategico sostenere le azioni di promozione e valorizzazione in particolare dei prodotti agroalimentari e dei vini di qualità certificata, che possono fare da volano per lo sviluppo economico delle nostre zone rurali nonché componenti fondamentali delle nostre esportazioni. L’assessorato ha quindi messo in campo tutti gli strumenti a disposizione al riguardo, dalla misura prevista nel Programma di sviluppo rurale per la promozione dei Regimi di qualità, Dop, Igp e produzioni biologiche in primo luogo, agli interventi attuati con fondi regionali, rivolti innanzitutto ai soggetti aggregati, associazioni di produttori e consorzi di tutela, ma anche alle singole aziende per accompagnarle in progetti di internazionalizzazione».

© Riproduzione riservata