Too Good To Go è un’app che permette di salvare il cibo invenduto in supermercati, panifici, pizzerie, in magic box a sorpresa.

Funziona così: l’iscrizione alla app è gratuita, poi si fa la ricerca geografica e si individuano gli esercenti più vicini che aderiscono giorno per giorno.

Nata nel 2016 in Danimarca, questa iniziativa si è diffusa in tutta Europa, negli Stati Uniti e in Canada, e da qualche anno è approdata anche in Italia, in oltre seicento Comuni, da Nord a Sud. Sta avendo parecchio successo anche in Sardegna: in città e paesi dell’Isola si trovano decine di offerte, di market, bar, ristoranti, pizzerie, bistrot, panifici, pescivendoli, pasticcerie, tutti con le loro proposte “surprise”, cioè una selezione “casuale” di prodotti e piatti freschi che non potrebbero più essere venduti nel negozio il giorno successivo, perché sull’orlo della scadenza, non più “perfetti” o appena sfornati. Ovviamente a un prezzo molto molto più basso. Si fa la prenotazione, si paga con carta di credito, e poi si può andare a ritirare direttamente in una fascia oraria concordata.

Si può anche donare la Bag direttamente a un ente di beneficenza.

Nei primi sei mesi del 2023 in Italia sono state “salvate” oltre 2,5 milioni di Surprise Bag, l’equivalente di oltre 6mila tonnellate di CO2. Evidenzia la società nel suo Report: «Ogni anno viene sprecato 1 trilione di dollari di cibo buono, mentre 828 milioni di persone soffrono quotidianamente la fame. La sfida è aperta, e stiamo facendo progressi importanti: nel 2022 abbiamo evitato che andassero sprecati quasi 79 milioni di pasti. Si tratta di cibo sufficiente per invitare a cena l'intera popolazione del Regno Unito e ne avanzerebbe abbastanza anche per tutto il Belgio».

Salvando solo un quarto del cibo che va attualmente perso o sprecato a livello globale, potremmo nutrire tutti gli 828 milioni di persone che soffrono la fame – riporta To Good to go - questo è il tipo di sfida a cui non possiamo voltare le spalle. E, fortunatamente, non siamo soli nell’affrontare il problema: A livello politico, la COP27 tenutasi nel 2022 ha incluso per la prima volta lo spreco alimentare nel suo ordine del giorno.

Nella vendita al dettaglio, il 40% delle 50 principali aziende alimentari del mondo ora misura e segnala lo spreco alimentare, mentre il 20% si impegna in programmi di riduzione degli sprechi.

Ma anche i consumatori stanno facendo la loro parte: dopo la pandemia, è aumentato dell'80% il numero delle persone che cerca online il modo di prolungare la vita dei prodotti alimentari.

Il fatto è che oltre il 50% dei consumatori dell’UE non conosce la differenza tra “da consumare entro”, “da consumarsi preferibilmente entro” e “vendere entro”. Non solo, ma l’uso improprio e l’errata interpretazione delle etichette sono responsabili del 10% degli sprechi alimentari nell’UE.

Too Good To Go vuole fare chiarezza. «Dal 2019, collaboriamo con alcuni dei più grandi produttori alimentari del mondo per aggiungere ai loro prodotti la nostra etichetta "osserva-annusa-assaggia". Queste etichette indicano che quando i consumatori vedono un prodotto che ha superato il termine minimo di conservazione, ciò non significa automaticamente che non sia più commestibile. Incoraggiamo invece le persone a giudicare il cibo dal suo aspetto, odore e sapore».

Osserva. Ovvero fai attenzione alla muffa sul pane o alle alterazioni di colore sulle lattine delle bibite. Non c’è niente? Allora puoi stare tranquillo.

Annusa. La bibita ha un odore sgradevole? I dolci o i biscotti hanno un odore forte? Senti un odore strano? Se non è così, fatti sotto!

Assaggia. Il latte ha un sapore acido? La pasta sa di stantio? Le patatine hanno una strana consistenza? No? Buon appetito!

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