«Considerato il clima estivo e la crescente voglia di viaggiare di italiani e stranieri, l’autunno sarebbe potuto diventare il plus nel bilancio sardo delle vacanze». Gian Paolo Pileri, 58 anni, presidente regionale e vicepresidente nazionale della Fiavet (federazione italiana associazioni imprese viaggi e turismo), impasta il concetto con fastidio e rassegnazione: «Invece non abbiamo idea di cosa accadrà dal 15 ottobre ai voli da e per Milano e Roma, figurarsi le prenotazioni per quel periodo».

Com’è andata la stagione turistica per le agenzie di viaggi?

«Quelle che hanno fatto incoming, cioè si sono occupate di portare vacanzieri nell’isola, hanno ripreso a lavorare, pur tra le difficoltà. Purtroppo chi organizza i viaggi dei sardi è rimasto a braccia conserte».

Perché?

«Oggi si possono vendere pacchetti solo per un numero ristretto di destinazioni: Canada, Dubai e le crociere. la Giordania – una fetta minima delle richieste – e, ultime arrivate, Aruba, Maldive Mauritius, Seychelles, Repubblica Dominicana e due località dell’Egitto. Dal primo novembre si dovrebbero riaprire le porte degli Stati Uniti, qualcosa cambierà». 

Le zone sarde più richieste?

«La Costa Smeralda, San Teodoro, Alghero, Villasimius e Pula, mentre Cala Gonone e l’Ogliastra sono in cima alle preferenze degli stranieri e quindi largamente penalizzate nel corso del 2021». 

Fermati dalla paura del Covid?

«Non solo. Fino a quando il green pass non è diventato operativo hanno evitato l’Italia».

L’autunno?

«Un periodo d’oro, considerato il clima. C’è ancora tantissima gente in giro, anche grazie ad appuntamenti sportivi che hanno allungato significativamente la stagione». 

Critiche al turismo sardo?

«Troppa improvvisazione, anche se affrontiamo un periodo particolare. Vivere alla giornata non si sposa col turismo che, al contrario, si basa sulla programmazione attenta e anticipata. Stiamo già lavorando per il prossimo anno, per capirci». 

La continuità territoriale in bilico crea problemi?

«Enormi. È un grandissimo rebus. Inutile studiare nuove strategie per il 2022 se non sappiamo neppure cosa accadrà a ottobre: la gente rischia di non poter raggiungere neppure Roma e Milano. Paradossalmente possiamo vendere un volo per il Canada ma senza la tratta tra la Sardegna e gli hub intercontinentali dell’Italia».

Prenotazioni per le prossime settimane? 

«Visto il meteo propizio tanti vorrebbero concedersi qualche giorno in Sardegna nella seconda metà di ottobre. Però purtroppo non sono ancora in grado di prenotare per la mancanza di voli». 

La nuova Continuità porterà all’aumento del prezzo dei biglietti?

«Sì, se non ci sarà un protocollo preciso». 

È ottimista per i nuovi voli?

«Dobbiamo ancora capire cosa succederà, già questo è pura follia».

I trasporti stanno condizionando negativamente il turismo.

«Assolutamente sì. Non fosse per il lavoro che fanno le società aeroportuali per conquistare nuove fette di mercato saremmo davvero messi male. I voli con la continuità territoriale rischiano di diventare un disastro. Tra una settimana il nord Sardegna sarà semi isolato perché le low cost non voleranno più negli scali di Alghero e Olbia, mentre a Cagliari è rimasto qualche collegamento. È un problema grave: non puoi prenotare neppure una vista medica a Milano perché non sai come arrivarci».

Le colpe della politica?

«Poteva fare meglio e più in fretta. Chi è al governo non prende in considerazione il turismo, al quale riserva tante parole e pochi fatti: vale il 13 per cento a livello nazionale, qualcosa di più in Sardegna. Siamo in un’era caratterizzata da una competizione spietata, la concorrenza straniera e italiana sempre più aggressiva. Per non soccombere la nostra offerta deve essere tempestiva e di qualità elevata».

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