C’è un filo rosso che lega la curiosità degli alunni della quarta classe della scuola primaria di Solarussa all’Amazzonia. Tutto ruota intorno alla biodiversità, al centro di uno studio realizzato in classe con le insegnanti. Riccardo C., Tommaso, Francesca A., Lamiaa, Letizia, Francesca D., Riccardo F., Alessandro, Mattia, Lorenzo, Michele, Eleonora e Matilde frequentano la classe 4B2 e nel corso dell’anno scolastico hanno portato avanti un lavoro interessante che li ha portati fino in Amazzonia.

“Abbiamo scoperto, dopo uno studio approfondito, che le piante sono indispensabili per la vita sulla terra” raccontano gli alunni. “A questo punto è sorta una domanda: che cosa è la biodiversità? Tutti noi avevamo già sentito questa parola ma non ne comprendevamo il significato. È nata una bella sfida e insieme alla nostra maestra abbiamo iniziato a indagare sulla natura che ci circonda”. Gli alunni hanno, quindi, iniziato la lettura di testi specifici e hanno cominciato a capire che il termine biodiversità è legato alla necessità di proteggere il mondo naturale dalla distruzione operata dall’uomo. Affrontare il tema della deforestazione è stato quindi naturale. “Abbiamo così approfondito lo studio attraverso un filo diretto con il professor Marco Casu, dell’Università di Sassari, e la dottoressa Emanuela Evangelista, biologa ricercatrice in Amazzonia” spiegano i piccoli studenti. “Grazie al professor Casu abbiamo scoperto la biodiversità marina”. I ragazzi, però, non si sono fermati.

Un elaborato degli alunni di Solarussa (foto Mocci)
Un elaborato degli alunni di Solarussa (foto Mocci)
Un elaborato degli alunni di Solarussa (foto Mocci)

E così, complice l’intraprendenza della loro insegnante, hanno raggiunto via email la biologa in Amazzonia. Emanuela Evangelista è una biologa speciale: da vent’ anni vive in Amazzonia per una missione, sradicare la povertà e operare per offrire salute, formazione, lavoro, reddito e uno sviluppo sostenibile al popolo, indispensabile guardiano della foresta. Il suo lavoro è stato premiato anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che lo scorso anno le ha conferito la carica di ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica.

 È stata l’occasione per soddisfare una serie di curiosità attraverso la formulazione di un questionario. La biologa Evangelista ha mostrato grande disponibilità e in breve tempo ha risposto alle domande poste dai bambini che aspettavano con interesse. “Ci ha spiegato alcuni aspetti dell’Amazzonia che non conoscevamo” ha detto Matilde. “Ci ha parlato del popolo dei Cablocos, come vive e cosa coltiva per mangiare. La biologa Emanuela ha raccontato che si nutrono dei prodotti della foresta, di caccia, pesca e agricoltura”. Le domande degli alunni hanno focalizzato, poi, il problema dell’estinzione del delfino di fiume, così come altre specie. “La dottoressa Emanuela ci ha spiegato che ciò succede perché stiamo distruggendo l’ambiente in cui vivono questi animali e perché vengono uccisi dai bracconieri” ha detto Riccardo. “Ci ha anche parlato delle piante che sono a rischio estinzione” ha raccontato Michele. “Con le informazioni raccolte in questo lavoro abbiamo, inoltre, realizzato delle tabelle e dei disegni”.

Un elaborato degli alunni di Solarussa (foto Mocci)
Un elaborato degli alunni di Solarussa (foto Mocci)
Un elaborato degli alunni di Solarussa (foto Mocci)

Lamiaa, di origine marocchina, ha poi  sottolineato la necessità di rispettare la natura: “Emanuela ci ha detto che sarebbe bello avere un albero per ogni cittadino”. Altri suggerimenti sono arrivati dalla dottoressa Evangelista ai bambini. “Ci ha invitato a essere curiosi, a leggere e, per esempio, quando andiamo con i nostri genitori a fare la spesa, controllare l’origine dei prodotti che acquistiamo”.

E a proposito di cibo i bambini hanno poi scoperto l’Arca del gusto: alcuni sono appassionati di cucina e questo li ha incuriositi tanto. “Si tratta dell’Arca che recupera gli alimenti del passato che rischiamo di perdere” hanno detto gli alunni della quarta B2. “Tanti frutti e tante verdure stanno scomparendo dai nostri piatti. L’abbiamo scoperto attraverso le interviste che abbiamo realizzato ai nostri nonni. Sarebbe bello, invece, che questi prodotti tornassero nelle nostre abitudini alimentari”. Se le condizioni sanitarie lo consentiranno gli alunni faranno un’escursione nel Sinis, con il professor Casu, alla scoperta della biodiversità marina.

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