«La Regione vuole un’Isola iperconessa»
L’assessora Mariaelena Motzo accelera sulla transizione digitalePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un’Isola iperconnessa per ora rimane un sogno. Interi territori alle prese con il dramma insormontabile del segnale che non c’è, internet chimera al momento del bisogno e chi più ne ha più ne metta. Mariaelena Motzo, assessora regionale agli Affari Generali e Riforme, promette, o perlomeno fa di tutto, perché non sia più così. Il percorso si chiama facilitazione digitale. Ai primi di luglio l’incontro con i sindaci. A quando la fase operativa?
«La fase operativa – risponde l’assessora di Bolotana – è già iniziata nei mesi precedenti e, degli 88 comuni coinvolti, i facilitatori digitali sono già all’opera in 85 punti di facilitazione. Si tratta di figure che fisicamente sono a disposizione della cittadinanza dei comuni per supportare e aiutare le procedure amministrative: un servizio dedicato in particolare alle fasce fragili della popolazione. L’incontro di luglio con sindaci, responsabili locali e facilitatori è stato fortemente voluto da me perché potessimo confrontarci apertamente e dare voce a un progetto nel quale, come Assessorato, crediamo profondamente. C’è un forte senso di responsabilità e una volontà condivisa di portare la cultura digitale all’interno delle comunità. Abbiamo messo a punto una strategia comune per coinvolgere attivamente la popolazione anche grazie alla fitta rete legata alle Pro Loco, Associazioni, oratori e organizzazioni locali al fine di raggiungere il maggior numero di persone che si trovano in una situazione di analfabetismo digitale».
La Sardegna, intesa come pubbliche amministrazioni, è pronta alla sfida dell’innovazione tecnologica che si rinnova ogni giorno?
«Fin dal primo giorno del nostro insediamento lavoriamo perché la transizione al digitale acceleri nell'ottica dell'efficienza e della sicurezza. Ed è per questo che la sfida non è stata solo accettata ma è già in fase di svolgimento attraverso l’attuazione di numerosi progetti che puntano, da un lato a rendere la pubblica amministrazione più efficace ed efficiente, e dall’altro a migliorare la qualità della vita dei cittadini in termini di servizi. Questo processo è già articolato in diversi progetti attivi, a partire dalla cybersicurezza, che mira a rendere amministrazioni e sistema Regione più sicuri e controllati, alla digitalizzazione degli archivi, che permette lo snellimento delle procedure e la conservazione sicura dei dati, all’informatizzazione dei sistemi di giustizia digitale che fornisce uno strumento informativo a utilizzo di tutti gli Enti Locali, Procure, Asl, Comunità coinvolte al fine di monitorare e gestire la delicata attività dei minori da inserire in comunità, accelerando i tempi e migliorando la comunicazione. Ancora la data strategy (strategia del dato) che permette un dialogo tra sistemi informativi per rendere il dato interconnesso e interoperabile e ultimo -ma non per importanza- ci sono i digital twins (gemelli digitali) ovvero la rappresentazione virtuale di un oggetto fisico o di un territorio, cioè una copia digitale esatta di qualcosa che esiste nel mondo reale ma che vive all’interno di un ambiente virtuale, migliorando l’efficienza anche con l’apporto dell’intelligenza artificiale. L’inclusione digitale è però una sfida che possiamo vincere solo con il contributo di tutti: le istituzioni devono lavorare fianco a fianco per offrire strumenti concreti, soprattutto alle fasce più fragili della popolazione».
La digitalizzazione deve fare i conti con le reti obsolete che ancora tengono in ostaggio tanti comuni dell’Isola, per i quali la ”fibra” resta una perfetta sconosciuta. Quanto può fare la Regione e in particolare il suo assessorato per invertire la tendenza?
«Tra i punti del Piano Regionale di Sviluppo è prioritario l'ammodernamento delle reti di tutta l'Isola e come Innovazione stiamo lavorando perché l'infrastruttura tocchi tutte le zone della nostra Sardegna. Ad oggi lo stato di avanzamento del progetto BUL Sardegna, che mira a portare la banda ultra larga in tutta l’Isola, è a buon punto e la maggior parte dei comuni sardi sono già coperti o vicini ad avere la fibra. Siamo convinti che il futuro sia strettamente collegato con la connettività: permettere ai nostri talenti di lavorare come nomadi digitali può essere un fattore attrattivo e un valido alleato nella lotta allo spopolamento. Ma non solo: la Sardegna mira a diventare polo attrattivo all’esterno dove l’elevata qualità della vita, che rende l’Isola una delle pochissime Zone blu del pianeta, unita alle possibilità di innovazione tecnologica la rendono competitiva e una meta ambita dove vivere. La Regione Sardegna è pronta a dare tutti gli strumenti e stare al fianco degli Enti Locali e delle imprese in ogni fase di questo percorso.
Quale traguardo raggiunto alla fine del suo mandato la renderebbe orgogliosa agli occhi dei sardi?
«Ognuno di noi, chiamato in questa posizione privilegiata, sente il dovere e l'ambizione di poter lasciare il segno: contribuire in maniera significativa al miglioramento della qualità della vita di cittadine sarde e cittadini sardi. Qualcosa che vada oltre la legislatura e rappresenti un cambiamento reale: per questo credo che la sfida della transizione digitale sia un traguardo possibile. Rendere la pubblica amministrazione efficiente, accessibile, efficace è uno dei nostri obiettivi prioritari, insieme al far sentire l’amministrazione regionale in tutto il territorio sardo. Come dico sempre la Regione non è confinata solo a Cagliari e l’obiettivo è portare concretamente l’azione politica in tutta l’Isola, soprattutto nelle zone più marginali, facendo sentire il reale coinvolgimento della Regione e portare azioni concrete al fine di migliorare la prospettiva della collettività».