Soccorsi in mare e lotta all’inquinamento sono le principali missioni. Ma dall’alto possono intervenire in tempi rapidi per rispondere a ogni tipo di emergenza. O anche solo per un’ispezione potendo contare sulla strumentazione tecnologica. Sono i compiti dei due elicotteri della Capitaneria con base a Decimomannu: dal 2018 è operativa la quarta sezione elicotteri della Guardia Costiera con il personale chiamato anche per operazione e interventi fuori dallo specchio di mare della Sardegna. Tra le ultime missioni, quella ambientale con l’affondamento del peschereccio Sandokan nelle vicinanze dell’isola dell’Asinara, la ricerca dei migranti dispersi nel sud della Sardegna dopo il naufragio del barchino salpato da Annaba, i soccorsi purtroppo inutili di un sub a Baunei e la gestione dell’emergenza per il terribile incendio a Punta Molentis, Villasimius.

In volo sul Poetto a Cagliari
In volo sul Poetto a Cagliari
In volo sul Poetto a Cagliari

Al comando della sezione c’è Giuseppe Biasco. È lui a spiegare come ci si prepara ad affrontare un’emergenza e raggiungere il luogo nel meno tempo possibile. «Quando arriva una chiamata al numero unico d’emergenza, il 112, se è relativo a una situazione a mare viene girato alla centrale operativa di competenza. E se il territorio è quello del Sud Sardegna, viene gestito dalla centrale di Cagliari. Sono loro a valutare se è necessario l’intervento dell’elicottero. Noi, dal momento in cui riceviamo la chiamata per un’operazione, decolliamo in meno di mezz’ora». A bordo due piloti, un operatore di volo e un aerosoccorritore. «Una volta che siamo sulla zona, capiamo come operare». Gli interventi più frequenti sono le ricerche di persone o imbarcazioni disperse, ma anche soccorsi di persone che sono a bordo di navi. L’intervento di soccorso è a carico dell’aerosoccorritore che si cala se necessario con il verricello.

L'equipaggio di uno degli elicotteri della Guardia Costiera di Cagliari
L'equipaggio di uno degli elicotteri della Guardia Costiera di Cagliari
L'equipaggio di uno degli elicotteri della Guardia Costiera di Cagliari

Ovviamente le difficoltà possono essere diversi. «Ci sono variabili», sottolinea Valerio Perelli Modestini, pilota di uno dei due elicotteri AW139, «come le condizioni meteo, la presenza di altri mezzi e la gestione del soccorso. Tra le missioni più complicate ci sono state quelle fuori dalla Sardegna, con l’alluvione in Sicilia e i recuperi delle persone infortunate o colte da malori gravi sulle navi, in particolare su quelle da crociera». E dall’alto, grazie alle strumentazioni tecnologiche, gli elicotteri diventano fondamentali anche per prevenire ed effettuare controlli. Anche sul fronte del contrasto all’inquinamento a mare.

Su questo aspetto il direttore marittimo di Cagliari e comandante della Guardia costiera cagliaritana, il contrammiraglio Giovanni Stella, evidenzia la fondamentale disponibilità delle nuove tecnologie: «Le telecamere a infrarossi consentono di individuare eventuali fonti di inquinamento grazie alla differenza di temperatura, individuata dalla strumentazione a bordo degli elicotteri. Scatta la segnalazione che porta poi al controllo diretto in mare e all’eventuale fonte di inquinamento e ad attivare tutte le forme per l’assorbimento dell’inquinamento a mare».

Il comandante della Guardia Costiera di Cagliari, il contrammiraglio Giovanni Stella
Il comandante della Guardia Costiera di Cagliari, il contrammiraglio Giovanni Stella
Il comandante della Guardia Costiera di Cagliari, il contrammiraglio Giovanni Stella

E sempre con gli elicotteri si svolgono ispezioni e controlli dall’alto, in particolare d’estate nelle zone maggiormente frequentate dalle imbarcazioni dei diportisti. Una lotta all’inquinamento portata avanti anche nei corsi dei fiumi e nei laghi.

Un ruolo fondamentale è quello dell’aerosoccorritore. «Una volta arrivati sul luogo dell’evento», evidenzia Pablo Fabini, aerosoccorritore della Guardia Costiera di Cagliari, «devo raggiungere il ferito, o i feriti, calandomi con il verricello e valutarne lo stato di salute. Se ci sono più persone coinvolte, bisogna capire chi è quella che necessità di maggiore e immediata assistenza per il trasferimento dall’imbarcazione, da una scogliera o da una spiaggia, all’elicottero dopo averla messa in sicurezza. Solitamente chi non si lamenta è quello più grave». Fabini aggiunge: «Dall’elicottero si passa poi alla consegna della persona che ha bisogno di assistenza al personale del 118 per il successivo trasporto in ospedale». Tra le operazioni più complicate, in particolare per le condizioni meteo, l’aerosoccorritore ricorda quella del naufragio del mercantile Cdry Blue al largo di Sant’Antioco, nel dicembre del 2019: «Abbiamo operato per il recupero delle dodici persone dell’equipaggio, dovendo operare con forti raffiche di vento e onde enormi». E Fabini ricorda anche la necessità di essere anche un po’ psicologi nel «rassicurare le persone che stanno male anche perché spesso sono agitate e spaventate».

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