La forma è un chiaro omaggio al primo modello, quello squadrato che si affacciò nelle strade italiane nel 1980. E rappresenta uno stacco deciso rispetto alla seconda e alla terza serie, che resterà in produzione ancora per qualche anno (probabilmente sino al 2029) visto che è ancora di gran lunga l’auto più venduta in Italia.

La Panda cambia e diventa Grande Panda: dagli attuali 3,67 a 3,99 metri, ma soprattutto cede all’esigenza dell’Europa (prima ancora che del mercato) di elettrificare il parco auto per ridurre le emissioni di Co2. Costerà di più inevitabilmente: probabilmente da 20mila euro in su.

La nuova city car – che sarà presentata alla stampa l’11 luglio - sarà basata sulla piattaforma globale Smart Car, la stessa della Citroën C3 appena lanciata sul mercato e con la compatta francese condividerà anche i motori: un 3 cilindri 1.2 turbo da 101 CV con distribuzione a catena anziché a cinghia (ma a differenza della cucina d’oltralpe dovrebbe avere una motorizzazione ibrida con cambio robotizzato a doppia frizione) e un elettrico da 113 CV con batteria da 43,7 kWh e un’autonomia di circa 300 chilometri.

La data esatta di arrivo nelle concessionarie non si conosce, ma è certo che la produzione in Serbia (nello stabilimento Stellantis di Kragujevac) inizierà entro luglio e la nuova city car si potrà vedere sulle strade entro l’anno.

Se l’esterno è stato abbondantemente svelato, con i fari rettangolari separati da una fascia nera con piccoli quadrati che ricordano i pixel e una grande scritta Fiat davanti, sul fianco e nel posteriore, dell’interno si sa poco. Avrà una plancia con due schermi affiancati, uno per la strumentazione digitale e uno per l’infotainment, racchiusi in un unico display. Di fronte al passeggero ci sarà ancora un ampio ripiano portaoggetti, caratteristica che la Panda si porta avanti dalla primissima versione disegnata da Giorgetto Giugiaro.

Così, 42 anni dopo il primo, rivoluzionario, modello che si inserì tra la 126 e la 127 e dopo oltre otto milioni e mezzo di esemplari prodotti, la Panda si rilancia, sperando di ripetere il successo delle antenate. La “30” aveva una cilindrata di 650 cm3 e una potenza di 30 cv e per quando rivoluzionaria, all’epoca, era piuttosto lenta e rumorosa. Meglio la “45” che era mossa da un quattro cilindri da 903 cm3 raffreddato ad acqua da 45 cv. Gli interni sono spartani, gli sportelli hanno il metallo in vista, i sedili sono sottili “a sdraio”, il quadro strumenti rettangolare contiene anche le bocchette dell’areazione. La mensola porta oggetti è grande e occupa tutta la larghezza dell’auto, perfetta per un pubblico giovane. La 45S, due anni dopo, porta il cambio a cinque marce e qualche rifinitura in più, mentre nel 1983 nasce la versione a quattro ruote motrici da . Il successo è immediato tanto che a quattro anni dal lancio ne sono già state prodotte un milione.

Il primo blando restyling arriva nel 1986 e resta in commercio sino al settembre del 2003, quando viene presentato il modello monovolume, più vicino ai canoni estetici in vigore all’inizio del terzo millennio. E’ un notevole upgrade rispetto al passato, anche perché in poco tempo entrano a far parte della famiglia la versione 100 hp, la bifuel (benzina e gpl) e persino una super innovativa a metano (bifuel, si chiamava). Resta in commercio sino al 2012, quando arriva la terza serie, quella ancora in commercio, con il motore bicilindrico twinair. Negli ultimi anni arriva il mild hybrid, poco più di uno star&stop rinforzato (cioè, se si mette la marcia in folle e si va a meno di 30 chilometri orari il motore si spegne e “veleggia”, come si dice in gergo.

Ora inizia una nuova era ma non c’è fretta di abbandonare il modello in commercio, ancora di gran lunga in cima alle vendite: nel 2023, per dire, ne sono state vendute 93.861. Della seconda in classifica, la Lancia Y, ne sono state vendute 39.838.

© Riproduzione riservata