Ciò che Gabriele D’Annunzio, innamorato folle di Oliena e dal suo stupendo vino, racconta nei suoi scritti appassionati sul viaggio in Sardegna, forse non è solo il fascino irresistibile dei profumi del Nepente. È soprattutto quella intrinseca passione che lega la gente del grande Corrasi al vigneto. Un attaccamento ancestrale. Ed è proprio l’amore dei viticoltori olianesi per una terra magica e per quei grappoli rossi profumati dal cuore selvaggio dell’Isola il vero protagonista dell’evento Nepentes, la grande festa dedicata a questo Cannonau unico al mondo.  

«Il Nepente non è solo un vino, è uno stile di vita», ammette Antonio Congiu, giovane assessore comunale di Oliena ma soprattutto infaticabile organizzatore dell’evento curato da Comune, presidio turistico Galaveras, Centro commerciale Naturale in collaborazione con Onav (Organizzazione nazionale assaggiatori di vino) e Ais (Associazione italiana sommelier). Un modo di vivere, dunque, fatto di ospitalità e lavoro, di schiettezza e valori contadini. Ma soprattutto di vere eccellenze enogastronomiche del territorio. Quasi 70 i produttori privati che hanno aderito all’iniziativa che vedrà il suo culmine sabato 11 giugno con la giornata interamente dedicata alla degustazione itinerante e all’incontro con il Nepente di Oliena. Un esemplare patto di ospitalità con i produttori locali pronti ad accogliere appassionati e turisti nelle proprie cantine. Con loro anche i migliori vini delle due aziende cooperative vitivinicole del paese.

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LA SELEZIONE A fine aprile si è svolta la prima parte della rassegna con la selezione dei vini privati che parteciperanno all’appuntamento di giugno. «Questa prima fase come per le precedenti edizioni si propone di valorizzare le produzioni vinicole di Oliena, favorendone la conoscenza e l’apprezzamento», fa sapere Antonio Congiu. «Vogliamo anche stimolare i viticoltori privati ad un continuo miglioramento qualitativo delle loro produzioni e promuovere la tipicità della produzione vinicola locale e Oliena come Paese del Nepente». Dopo oltre una settimana dedicata interamente alla raccolta dei campioni tra le 67 cantine private che hanno aderito all’iniziativa, la giuria di esperti ha esaminato e valutato il vino prodotto rigorosamente secondo il disciplinare del Cannonau Doc, sotto zona Nepente. Un lavoro quello presentato dai viticoltori di Oliena che di anno in anno conferma l’alto livello qualitativo e il grande attaccamento a questo vino davvero identitario. «La qualità raggiunta dai produttori privati - è stato ufficializzato dalla giuria - è in continuo miglioramento, grazie alla passione e all’impegno dei tanti viticoltori olianesi». Ed ecco il verdetto: hanno particolarmente emozionato e sono stati ritenuti più rappresentativi della tipicità del Nepente di Oliena i vini di Federico Bassu, Pietro Bassu, Andrea Biscu, Antonio Biscu, Pietro Boi, Angelino Congiu, Giovanni Congiu, Pierantonia Congiu, Mario Costa, Paola Lovicu, Michele Mereu, Antonello Piga, Antonio Puligheddu, Guglielmo Puligheddu e Antonio Pulloni. Quindici produttori davvero speciali, espressione di quella Sardegna vitivinicola che guarda al futuro tutelando i valori della tradizione. La giuria di esperti era composta da Stefano Delussu, sommelier Ais; Franco Fenu, ristorante Ciusa; Davide Gangi, direttore Vinoway.com; Daniele Manca, enologo; Giuseppe Maricosu, Managheri Wine Bar; Antonio Massaiu, sommelier Ais; Pierluigi Nieddu, degustatore Onav; Andrea Pala, enologo; Mario Siddi, enologo. Sede del lavoro di selezione è stata la splendida sala dalla Cantina Oliena. «Al termine delle degustazioni - spiegano gli organizzatori - si è aperto un interessante dibattito sul futuro e le potenzialità del Nepente e di tutto il comparto. Nel prossimi giorni ci sarà un incontro con i produttori dei vini più rappresentativi per individuare coloro che prenderanno parte all’evento Nepentes».

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IL VATE «Da più giorni vivo nel cerchio magico di quelle melodie. Non è possibile ascoltare un canto della Planargia e dell’Anglona senza restare imprigionato da un fascino misterioso con un indicibile aumento di vita interiore». Gabriele D’Annunzio, si sa, non era fatto per stare in media res. Amava o odiava, indifferentemente, sempre all’eccesso. E così fu anche il suo sentimento nei confronti dell’Isola e di quanto quell’universo geografico e ricco di umanità poteva offrire alla fine dell’Ottocento. L’intellettuale abruzzese sbarcò in Sardegna nel 1882, aveva 19 anni ma era già un nome. Giordano Bruno Guerri, tra i massimi conoscitori della vita e dell’opera di D’Annunzio, raffinato storico e presidente della Fondazione Il Vittoriale degli italiani, ricorda come il poeta abruzzese fu attratto dall’Isola tanto da intraprendere «da giovanissimo, il suo primo avventuroso viaggio, in barca a vela». Approdò a Olbia (allora Terranova) assieme a Cesare Pascarella e Edoardo Scarfoglio, tutti e tre collaboratori della rivista romana “Capitan Fracassa”. Di quell’unico viaggio restano scritti, poesie e naturalmente un grande amore «dell’astemio D’Annunzio per il Nepente, unico vino a cui si sia mai interessato», ha spiegato recentemente Giordano Bruno Guerri.

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Lo studioso, a marzo scorso, ha accolto nella sede della Fondazione a Gardone Riviera il sindaco di Oliena Sebastiano Congiu e l’assessore Antonio Congiu in occasione dei 140 anni del viaggio di Gabriele D’Annunzio a Oliena.  Fu grazie a quel soggiorno che nacque il Ne-pente, nessuna tristezza. Fu coniato dal poeta per il vino del Corrasi, sino ad allora Su vinu de Uliana.

D’Annunzio fu davvero stregato dall’Isola e dal Nepente di Oliena («Ho nostalgia della Sardegna da dodici anni, come d’una patria già amata in una vita anteriore»). E basta visitare il paese "all’ombra delle candide rupi”; basta parlare con la gente di queste valli e incontrare i viticoltori che custodiscono gelosamente il segreto del rosso di Oliena per rivivere quel sentimento sincero che D’Annunzio custodì sino alla fine dei suoi giorni.

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